Ucraina: la chiusura dei porti spinge i prezzi del mais al record del decennio

La chiusura dei porti in Ucraina ha portato i prezzi del mais ad aumentare nuovamente, raggiungendo un livello record.

Ucraina: la chiusura dei porti spinge i prezzi del mais al record del decennio

La decisioni delle autorità dell’Ucraina di sospendere le attività commerciali dei porti nelle città occupate dalle forze russe ha spinto i prezzi mondiali del mais destinato all’alimentazione degli animali ad aumentare ancora, fino a raggiungere un valore record considerando i dati dell’ultimo decennio. Stando a quanto trapelato alla chiusura settimanale del Board of Trade, infatti, le quotazioni del mais galleggiano stabilmente sopra gli 8 dollari per bushel (equivalente a 27,2 chilogrammi), con il grano – che non vogliamo mica farci mancare niente – che invece si trova su oltre 10,5 dollari per bushel.

mais

È quanto emerge dalla più recente analisi condotta da Coldiretti, che di fatto sottolinea come il blocco delle spedizioni dai porti del Mar Nero rischi di alimentare i fenomeni speculativi sul mercato delle materie prime. Una situazione che, considerando il suo status di Paese deficitario, preoccupa anche l’Italia, che tradizionalmente importa il 64% del proprio fabbisogno di grano per la produzione di pane e biscotti e il 53% del mais di cui ha bisogno per l’alimentazione del bestiame.

La via d’uscita dalla crisi, secondo il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, è quella di “invertire la tendenza contenendo il caro energia ed i costi di produzione” introducendo interventi sia immediati che strutturali, e allo stesso tempo approvando “investimenti per aumentare la produzione e le rese dei terreni”.