Nuova settimana, nuovo giro sulla giostra dei prezzi di grano e mais: dopo aver superato il record storico di 400 euro a tonnellata, il prezzo del grano tenero crolla dell’8,5% nonostante il conflitto in Ucraina (e i conseguenti stop alle esportazioni) sia tuttora in corso. Montagne russe? No, per Coldiretti si tratta di mera speculazione di un mercato in evidente difficoltà, le cui quotazioni ” dipendono sempre meno dall’andamento reale della domanda e dell’offerta e sempre più dai movimenti finanziari e dalle strategie di mercato”.
E non illudetevi: chiaro, il calo settimanale dei prezzi potrebbe apparire come una buona notizia, ma segue al balzo del +40% della settimana precedente. L’interesse speculativo, inoltre, aggrava ulteriormente la situazione dell’Italia, che dipende dalle esportazioni di grano tenero, mais e carne per raggiungere il proprio fabbisogno nazionale. In questo contesto, diventano importanti le conclusioni tratte dalla riunione tra i Capi di Stato o Governo a Versailles, dove per l’appunto si è discusso di come sfuggire alle speculazioni in atto sul mercato internazionale. L’obiettivo, per ora, rimane quello di “migliorare la nostra sicurezza alimentare riducendo la nostra dipendenza dalle importazioni dei principali prodotti agricoli e dei fattori produttivi , in particolare aumentando la produzione di proteine vegetali dell’UE”.
“Per rispondere all’invito dei capi di Stato in Italia siamo pronti a coltivare da quest’anno un milione di ettari aggiuntivi di terreno per produrre 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione sulla base di contratti di filiera necessari per ridurre la dipendenza dall’estero” ha aggiunto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’approvare l’impegno europeo atto a difendere la sovranità alimentare del Vecchio Continente.