L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sta mandando in crisi anche il settore dell’industria agricola: fattorie e allevamenti sono allo stremo, fra soldati russi che occupano i fienili e bloccano i rifornimenti, senza dimenticare che cominciano a scarseggiare anche le patate e gli alimenti per gli animali.
The Guardian ha raccontato la storia di tre agricoltori. Il primo, Andrii Pastushenko, 39 anni, alleva vacche da latte vicino alla città di Kherson, nella zona meridionale dell’Ucraina. L’uomo ha spiegato che i soldati russi hanno requisito la sua fattoria per utilizzarla come base, parcheggiando i carri armati nei fienili.
Fortunatamente il tutto è durato solo un paio di giorni, poi le truppe russe sono ripartite, ma non prima di aver preso due auto e cibo dalla fattoria, sostenendo che li stavano “nazionalizzando”. Ovviamente non hanno pagato per ciò che hanno preso.
L’allevatore ha spiegato che la sua azienda ospita 350 mucche: in precedenza vendeva il suo latte al produttore francese Lactalis, mentre adesso produce burro e formaggi che distribuisce alle famiglie locali. Inoltre sta dando fondo alle sue scorte di grano per cucinare del porridge con cui nutrire i suoi dipendenti e i residenti. Per lo stesso motivo, ha dovuto macellare alcune mucche.
Ogni giorno dalle città vicine arriva qualcuno che raccoglie il latte e il cibo prodotto, portandolo poi ai centri di distribuzione gestiti anche dalla chiesa. Ma l’allevatore spiega che sta finendo il mangime per le mucche (problema che si sta presentando anche qui da noi) e, con la presenza di soldati russi in zona, non sa se saranno in grado di piantare colture o raccogliere ciò che è cresciuto per far mangiare gli animali.
E rivela che sono intrappolati lì: non possono andarsene altrimenti gli animali moriranno di fame o verranno macellati da persone affamate.
Una storia simile viene raccontata da Kees Huizinga: lui ha un allevamento di 2.000 vacche da latte un allevamento con 450 maiali vicino a Cherskay, a sud di Kiev. Al momento in zona non ci sono soldati russi, ma ha perso un certo numero di dipendenti a causa del servizio militare.
Qui il latte viene raccolto, trasformato e venduto nell’Ucraina occidentale dove c’è un’alta domanda a causa dei rifugiati. Ma i maiali al momento vengono macellati e usati per sfamare l’esercito e la gente del posto in quanto non hanno altra scelta.
E non va meglio agli agricoltori. Uno di loro ha una fattoria di 2mila ettari vicin alla città di Leopoli: coltiva patate e soia. L’azienda è uno dei più importanti fornitori di patate del mercato nazionale e nelle prossime settimane dovrebbe essere piantato un nuovo raccolto.
Solo che, fornendo patate all’esercito e ai rifugiati, ecco che le scorte stanno per finire: hanno solamente più a disposizione 4-5 settimane di rifornimenti. L’agricoltore ipotizza che tornerà a piantare il raccolto, anche se leggermente ridimensionato. Tuttavia il problema è riuscire a ricevere i fertilizzanti e i pesticidi necessari per far crescere ed evitare malattie come la peronospora.