La cosiddetta razione K (o, se preferite, la K-Ration) nasce nel 1942 negli Stati Uniti d’America su idea del fisiologo Ancel Keys, che mise assieme un kit leggero con viveri per i soldati in grado di fornire 3200 calorie. 80 anni dopo, la razione K torna a farsi vedere sul fronte come parte degli aiuti inviati dall’Italia in Ucraina, con qualche piccola modifica per portare l’apporto calorico totale a 4000 calore complessive.
Prima di tutto, via il fornello da campo, in modo da alleggerire il kit di 500 grammi e arricchire un poco il menu: per scaldare il cibo i combattenti ucraini potranno contare sugli stessi involucri che, a una breve pressione, liberano una soluzione che innesta una reazione chimica che riscalda il contenuto. La colazione, progettata per garantire il 28% dell’energia totale giornaliera, prevede pane o cracker, due porzioni di marmellata di frutta, una barra di cioccolato, una porzione di biscotti, una barretta energetica, qualche gelatina di frutta e infine caffè o tè liofilizzati.
Il pranzo, che rappresenta il pasto più consistente e che dovrebbe fornire fino al 50% del fabbisogno calorico giornaliero, presenta tortellini al ragù, pasta e fagioli, tonno e piselli e wurstel e tacchino, chiaramente da accompagnare con grissini e barrette energetiche. E per chiudere il pasto, macedonia o barrette energetiche. La cena, infine, è stata progettata per essere il pasto più leggero in assoluto, responsabile del 22% del nutrimento complessivo. I soldati avranno a disposizione minestrone in scatola, insalata di riso e pollo o ravioli al ragù, da mangiare con cracker, grissini, cereali e fruit bar in base alla tipologia di razione ricevuta. Non può mancare, infine, il caffè liofilizzato. Tra i vari supplementi, invece, ecco le gomme da masticare senza zucchero per l’igiene orale (o, in altri casi, il più tradizionale spazzolino), le compresse per purificare l’acqua, stuzzicadenti e salviette umidificate.