In Ucraina procedere con il raccolto di grano non è sicuro: stando alle rilevazioni delle autorità militari e governative locali, infatti, i campi sono disseminati di mine che di fatto impediscono agli agricoltori di mettersi al lavoro in completa sicurezza. Immaginiamo che, a questo punto del conflitto, sia abbondantemente superfluo ricordarvi il ruolo centrale dell’Ucraina nell’approvvigionamento globale di grano: le mancate esportazioni hanno stravolto i meccanismi del mercato internazionale innescando corse ai prezzi (poi esacerbate dalla speculazione), favorendo una valanga di conseguenze che di fatto ha portato a ipotizzare il rischio spaventosamente concreto di una crisi alimentare su scala globale.
In questo contesto è facile comprendere il motivo per cui il raccolto ucraino sia praticamente fondamentale: un calo della produzione è fisiologico – pensiamo ai bombardamenti e alle aree dove ancora si combatte -, ma ora è necessario procedere quanto prima con le operazioni di bonifica e sminamento in modo da poter portare avanti la campagna di produzione. “Un raccolto di dolore” l’ha definito il ministero della Difesa dell’Ucraina, Oleksij Reznikov, facendo proprio riferimento alle operazioni attualmente in corso per rendere sicuri i campi. I guerrieri ucraini stanno sminando i campi in modo che ci possa essere un raccolto. Carestia artificiale: un’arma usata ripetutamente dal Cremlino”. Vi segnaliamo, infine, che nei giorni scorsi un’inchiesta della Bbc ha documentato come la Russia abbia rubato il grano dagli agricoltori ucraini.