La vodka Russian Standard è stata ritirata dalla vendita in due catene di supermercati del Regno Unito, “in segno di solidarietà con l’Ucraina” invasa dall’esercito di Putin. La dichiarazione è della cooperativa Co-op, che ha anche specificato che la vodka in questione “è apertamente commercializzata come russa e prodotta lì”. L’altra insegna che ha adottato la misura nei confronti del marchio, che distilla a San Pietroburgo, è Morrisons.
Qualche giorno fa chi chiedevamo se avesse senso boicottare la vodka perché russa, per scoprire che la maggior parte delle bevande con questo nome che si trovano in giro per il mondo non sono affatto prodotte in Russia. Ma il supermercato britannico, come alcuni stati USA giorni fa, è passato all’azione senza troppi tentennamenti, e per un motivo ben chiaro: non solo il sostegno al popolo ucraino, non solo l’intento di arrecare un danno economico con la mancata vendita, ma anche e soprattutto il fatto la parola “Russian” è un elemento di marketing, un punto di forza del marchio. E probabilmente anche il timore di subire proteste o boicottaggi se un nome così fosse continuato ad apparire sugli scaffali.
Un portavoce di Co-op ha dichiarato: “In risposta all’invasione in corso dell’Ucraina da parte delle forze russe e in segno di solidarietà con il popolo ucraino, abbiamo preso la decisione di rimuovere dalla vendita la vodka di fabbricazione russa. I nostri soci e clienti potranno anche supportare la risposta umanitaria per aiutare gli sfollati a causa del conflitto, donando nei nostri negozi al Disasters Emergency Committee”. Concludendo: “I nostri pensieri sono con il popolo ucraino e quelli in Russia che si oppongono a questa invasione”.