Torniamo a parlare di Ucraina perché anche Danone, Bonduelle e Nestlé hanno deciso di chiudere le loro fabbriche nel paese a causa della guerra, seguendo l’esempio di Coca Cola.
O meglio: Danone e Nestlé chiuderanno temporaneamente in Ucraina i loro stabilimenti, mentre Bonduelle farà lo stesso, ma con l’impianto in Russia, quello prossimo al confine con l’Ucraina, visto che l’azienda non ha uno stabilimento in Ucraina.
Partiamo da Danone: l’azienda ha rivelato di aver deciso di chiudere uno dei suoi due impianti di produzione in Ucraina. La società, che qui produce latticini e anche prodotti su base vegetale, ha due stabilimenti, entrami nella zona centrale del paese: uno si trova a Dnipro e l’altro a Kremenchuck, circa 100 miglia più a nord.
Attualmente non è dato sapere quale dei due sia stato chiuso. In una dichiarazione ufficiale il portavoce di Danone ha spiegato che stanno monitorando da vicino la situazione, mettendo in atto tutte le azioni pertinenti per garantire la sicurezza dei dipendenti e la continuità aziendale.
Danone produce latticini, prodotti su base vegetale e alimenti per lattanti che poi vende sia in Russia, ottenendo il 5% dei ricavi di Danone nel 2021, sia in Ucraina, meno dell’1% dei ricavi annui.
Anche Nestlé, poi, ha deciso di interrompere la produzione e la distribuzione dei suoi prodotti in Ucraina. L’azienda ha tre stabilimenti nel paese invaso dalla Russia, comprensivi di 5.000 dipendenti. Il colosso svizzero ha spiegato di aver chiuso temporaneamente fabbriche, magazzini e filiera nel paese.
In una dichiarazione stampa, Nestlé spiega di aver raccomandato ai dipendenti di rimanere a casa e di seguire le indicazioni ufficiali del governo e delle autorità locali. Ha poi aggiunto che, al momento, tutti i loro colleghi sono al sicuro e che rimangono costantemente in contatto, facendo il possibile per dare priorità alla loro sicurezza.
L’azienda rimane comunque allerta: hanno messo in atto dei piani di emergenza per essere sicuri di poter riavviare la produzione e le forniture non appena ci saranno le giuste condizioni di sicurezza. Ricordiamo che Nestlé vende diversi prodotti in Ucraina, dai dolci ai prodotti per la cucina, dall’alimentazione per neonati ai cibi per gli animali domestici, dai piatti pronti alle bevande.
Pure Bonduelle ha seguito l’esempio degli altri due colossi, con l’unica differenza che questo gruppo francese tecnicamente non ha impianti di produzione in Ucraina (mentre ne ha ben tre in Russia). È stato, infatti chiuso, lo stabilimento di Belgorod in Russia, vicino al confine ucraino.
Gregory Sanson, chief finance, digital transformation and development office di Bonduelle, ha spiegato anche lui che la decisione è stata presa per garantire la sicurezza del personale. Sanson ha poi rivelato che le vendite di Bonduelle in Russia e nelle Comunità degli Stati Indipendenti si attestano sui 150 milioni di euro, mentre in Ucraina si parla di meno di 10 milioni di euro.
Sanson ha poi aggiunto che anche loro monitoreranno da vicino la situazione, tenendo presente che in Russia l’80% di ciò che viene venduto è prodotto localmente.