Con lo scoppio del conflitto armato tra Ucraina e Russia, che ha già portato il prezzo del grano a lievitare fino ai massimi storici, Confagricoltura richiede un piano di emergenza per il settore agroalimentare in modo da assicurare la continuità dei cicli produttivi e garantire i rifornimenti.
“Lo squilibrio dei mercati agroalimentari, innescato nel 2014 dall’annessione della Crimea da parte della Federazione Russa, rese necessario un intervento di sostegno del bilancio europeo di un miliardo di euro” ha ricordato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura, sottolineando come la situazione attuale sia ben più grave. “I segnali che arrivano dai mercati già destano profonda preoccupazione”. Ed è difficile dargli torto: i prezzi di gas e petrolio continuano a impennarsi, e i cereali sono bloccati nei porti dell’Ucraina mettendo a rischio le esportazioni in Egitto, Turchia, Indonesia e Marocco, ossia i principali mercati di sbocco; mentre i raccolti in Argentina e Brasile sono minacciati dalla carenza di piogge. Una crisi nella crisi che a tutti gli effetti contribuirà a far salire nuovamente il costo per l’alimentazione del bestiame, e che viene ulteriormente esacerbata dal blocco (risalente agli inizi di febbraio) alle esportazioni da Mosca di nitrato di ammonio, fondamentale per la produzione di fertilizzanti. “Le sanzioni varate dalla UE riguardano anche la Bielorussia” conclude Giansanti “che ha deciso il blocco delle importazioni di prodotti agroalimentari dagli Stati membri. Sono già crollate le esportazioni di mele e pere dall’Unione”.