Il Tribunale di Milano ha disposto il commissariamento della filiale italiana di Uber, per la quale c’è in corso un’indagine per caporalato sui rider. Uber Italy srl, costola nazionale del servizio di consegne a domicilio Uber Eats, si trova dunque sottoposta a misure di prevenzione piuttosto pesanti, con la prospettiva di essere accusata di sfruttamento dei rider addetti alle consegne.
L’indagine è in corso e la misura è ancora in esecuzione da parte del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Milano, con il coordinamento del pm Paolo Storari.
Da quando si apprende dal Corriere della SeraCorriere della Sera, “secondo i giudici di Milano, Uber – attraverso società di intermediazione di manodopera — avrebbe sfruttato migranti «provenienti» da contesti di guerra, «richiedenti asilo» e persone che dimoravano in «centri di accoglienza temporanei» e in «stato di bisogno»”.
L’ipotesi di un’indagine per caporalato – ovvero il reclutamento di lavoratori da parte di intermediari, tristemente noto nel settore agricolo – è una novità nel mondo delle consegne a domicilio, settore in cui da sempre le condizioni dei rider sono però oggetto di polemiche e segnalazioni. Già lo scorso settembre la procura di Milano aveva aperto un’indagine conoscitiva, senza alcuna ipotesi di reato, sulla condizione dei rider impiegati dalle grandi aziende di consegne a domicilio.
[Fonte: Corriere della Sera]