Notizia dell’ultima ora: oramai tutto il Governo è al lavoro sullo spot dell’Esselunga, quello della bambina, della pesca e dei genitori separati. Dopo l’approvazione di Giorgia Meloni, arriva pure Matteo Salvini a dire la sua. E non sono stati i soli: altri politici ed esponenti del Governo non hanno potuto esimersi dal dire la loro.
Tanto che ci viene da chiederci se, arrivati a questo punto, non sia meglio se si facessero una bella chat privata, in stile chat delle Mamme a scuola, ma a tema supermercati e pubblicità. Così potrebbero dibattere di temi nazional popolari come questi fra di loro.
Cosa ne pensa Matteo Salvini dello spot Esselunga?
A meno che non abbiate vissuto isolati sull’isola di Lost nel corso degli ultimi due giorni, di sicuro saprete ormai tutto sullo spot Esselunga. Molto, molto riassunto: una bambina va a fare la spesa al supermercato con la madre, si allontana per prendere una pesca (con la madre che la cerca ovunque e non la sgrida quando la ritrova, prova inconfutabile che ci troviamo nel magico mondo della pubblicità e non nella realtà), serie di immagini di immane “tristitudine” perché la bimba è figlia di genitori separati, arriva finalmente il padre (tutto giulivo e coloratissimo contrapposto alla depressissima e scolorita madre) e la bimba dà al padre la pesca dicendogli che è un regalo da parte della madre, con il chiaro intento di trasformare il frutto nella pesca della pace (che i ramoscelli erano troppo scontati).
Da qui il web è partito per la tangente, proponendo intriganti recensioni minuziose dello spot che i film candidati agli Oscar si sognano, soffermandosi su aspetti più o meno secondari dello spot (c’è chi sostiene che sia uno spot a favore della famiglia tradizionale, chi a favore della famiglia non tradizionale, chi ne ha fatto un mash-up fra Senza Famiglia e La piccola fiammiferaia e via dicendo) e tralasciando del tutto il vero scopo dello spot.
Eh sì, perché Esselunga ha dovuto diramare una nota stampa nella quale ha dovuto spiegare che lo scopo dello spot non era disquisire sui tipi di famiglia o sui traumi derivanti dalla separazione dei genitori. No, il messaggio di Esselunga voleva solamente parlare delle emozioni che la spesa può far nascere.
Sulla questione, poi, ha deciso di intervenire anche Giorgia Meloni. La premier deve aver pensato che fosse una buona idea fare un po’ di sano endorsment istituzionale a favore di un privato (con buona pace di tutte le altre catene di supermercati che non hanno potuto beneficiare di tale sostegno).
Mentre scrivevo il post su Giorgia Meloni, effettivamente mi sono chiesta se anche Matteo Salvini sarebbe intervenuto in questa faccenda. Detto fatto: è arrivato anche il post di Salvini. Che a corredo del video dello spot, ha scritto “Dare voce ai tanti genitori separati, a quelle mamme e a quei papà quasi mai citati e spesso troppo dimenticati, al legame indissolubile con i figli. Trasformare uno spot in uno splendido messaggio di Amore e Famiglia merita solo sorrisi. Come fa certa gente a insultarlo e deriderlo solo perché non narra il “modello” che vorrebbero loro?”.
Quindi anche lui favorevole allo spot, ma non ne avevamo dubbi: in questo modo si intercetta buona parte del popolo votante. Però anche qui, come nel post di Meloni, c’è qualcosa che stona. Ma Meloni e Salvini non erano quelli a sostegno della famiglia tradizionale, unita a tutti i costi come Cattolicesimo insegna, anche quando è chiaro che ormai la coppia starebbe meglio separata?
Ciò vuol dire che Salvini ha di nuovo cambiato idea e che adesso le famiglie non tradizionali vanno comunque bene? D’altra parte ormai ci siamo abituati alle inversioni a “U” di Salvini. Al di là della politica (ricordiamo tutti gli slogan originali della Lega che mettevano il Nord al primo posto, salvo poi inneggiare al Sud quando ci si avvicinava alle elezioni), come non ricordare di quando Salvini, durante la pandemia, chiese agli italiani di mangiare solo cibo italiano, salvo poi postare una foto dove mangiava ravioli al vapore, involtini primavere e altro cibo cinese?
O vogliamo parlare di quanto Mario Giordano invitò a cena Matteo Salvini a Fuori dal Coro per criticare il cibo straniero, ma i due finirono per pasteggiare con la Coca Cola?
Ci sarebbe da fare le pulci anche sulla seconda frase, quella legata al “modello che vorrebbero loro”. Esattamente a quale modello si riferisce? Quello formato da due genitori separati che non si parlano, con annessa bambina triste? Sarebbe questo il modello a cui lui si riferisce? O a quello dove una madre in evidente burn out si cura poco di se stessa, si distrae e non si accorge che la figlia si allontana, che guarda mestamente dalla finestra quello che è stato e non sarà più, dove il padre arriva tutto allegro e privo di una preoccupazione al mondo visto che nello spot sembra essere la madre quella caricata di tutte le disgrazie del mondo e dove una bambina è condannata a non avere la felicità?
Perché dalle sue parole non si capisce a quale modello faccia riferimento. Ma altri politici dovrebbero aggiungersi a questa chat di Governo. Già, perché altri politici hanno voluto dire la loro:
- Carlo Calenda: per lui bisogna concentrarsi su altri temi (che suona un po’ di benaltrismo, ma bisogna considerare le attenuanti del caso)
- Nicola Frantoianni: per lui il focus è la pesca, considerata un bene di lusso. Da qui l’invito a Meloni di parlare di altro (di nuovo lo spettro del benaltrismo aleggia), come i rincari dei prezzi
- Pier Luigi Bersani: per lui è sbagliato unire tematiche come la sofferenza dei bambini e gli scopi commerciali
- Alessandra Mussolini: soddisfazione da parte dell’eurodeputata per uno spot che non non parla di stereotipi (ma dove? Se lo spot della famiglia felice del Mulino Bianco è la quintessenza dello stereotipo in stile Orsetti del Cuore, qui erriamo nella direzione opposta e di stereotipi ne abbiamo a bizzeffe: la madre depressa, il padre sempre allegro, la bambina triste, la figlia affidata alla madre, la madre che fa la spesa e non il padre…). Comunque per la Mussolini lo spot parla di un “disagio reale del momento”
- Carlo Calenda: con irritazione parla di una perdita di tempo in quanto lo spot Esselunga non dice nulla, tranne che Esselunga sa fare il suo lavoro. E ricorda che ci sarebbe il problema della sanità di cui parlare
- Giovanni Toti: lui è quello che nella chat di classe mette un passivo/aggressivo pollice su per far sapere a tutti che c’è, ma senza troppi sforzi. Infatti si limita a far sapere a tutti che a lui lo spot è piaciuto. Ok, grazie, mo’ me lo segno
Qui trovate il post originario di Matteo Salvini in merito allo spot Esselunga:
https://www.instagram.com/p/CxsYb4FKEYa/?hl=it