Dopo il crack del 2020 e la timida ripresa del 2021 il turismo italiano torna a respirare a pieni polmoni: stando al più recente rapporto redatto da Federalberghi, infatti, gli hotel, gli alberghi e le altre strutture ricettive della penisola annotano un solido aumento delle presenze (+33,4%) sul 2019, caratterizzato soprattutto da un incremento delle presenze straniere (+45,8%) e un netto balzo in positivo della spesa complessiva (+13,7%).
Presto per cantare vittoria? Probabilmente sì, specie considerando l’attuale situazione internazionale che di fatto alimenta lo spettro di una vera e propria crisi alimentare globale – ma è giusto che il settore turistico possa godersi quanto possibile l’impeto di una ripresa che ormai attendeva da almeno due anni. Come accennato in apertura, colpisce soprattutto l’affluenza del turismo straniero e di quello americano in particolare, ma ciò che potrebbe davvero aver salvato il settore è la decisione compiuta (anche se si potrebbe dire, per restare politicamente corretti, “ispirata” dalle circostanze) lo scorso anno da molti italiani, che per l’appunto hanno scelto di passare la vacanze nel Bel Paese.
Da una seconda analisi redatta da Zucchetti e Lybra.tech basata sui dati del Travel Data Lake e poi presentata alla giunta di Federalberghi, emerge infine che le destinazioni più gettonate sono le spiagge venete e la riviera romagnola, seguite dalla Costa degli Etruschi, la Costa Smeralda, il Salento, ma anche l’Isola d’Elba, la Costiera Amalfitana, la costa settentrionale della Sicilia e la Maremma Toscana.