La siccità non sta danneggiando solamente le fave di cacao della Costa d’Avorio. Anche la Tunisia, infatti, arriva da tre anni di siccità che stanno mettendo a serio rischio la sicurezza alimentare del paese.
In Tunisia preoccupa la perdurante siccità
Da ben tre anni la Tunisia è caratterizzata da una perdurante siccità che ha lentamente prosciugato i principali bacini idrici del paese. Il che mina alle basi la sicurezza alimentare: senza acqua, infatti, i raccolti sono a rischio.
Ma non solo: vista la carenza di acqua, il governo ha deciso di aumentare i prezzi dell’acqua del rubinetto per le case e le imprese, cosa che non giova affatto all’economia della Tunisia, già martoriata da tempo.
Da settembre scorso, in Tunisia sono caduti solamente 110 milioni di metri cubi di pioggia, circa un quinto del tasso normale. Per questo motivi il sindacato principale degli agricoltori e diversi funzionari di tale sindacato hanno lanciato l’allarme: i raccolti di grano risentiranno per forza di questa mancanza di piogge, cosa che andrà ad unirsi ai problemi già esistenti di approvvigionamento alimentare.
Hammadi Habib, un funzionario del ministero dell’Agricoltura, ha sottolineato che anni di continua siccità hanno generato una situazione molto pericolosa. Attualmente le dighe sono al 25% della loro capacità, con alcune che sono scese al 10%. La diga di Sidi El Barrak a Nafza, a 140 km a ovest circa dalla capitale Tunisi, il terreno dietro la diga è così asciutto da essere incrinato, con gli alberi che stanno morendo lentamente.
Le dighe vuote delle colline settentrionali fertili e delle pianure orientali stanno seriamente allarmando gli agricoltori che producono grano e olive, prodotti chiave della Tunisia (l’olio d’oliva rappresenta l’esportazione più importante del paese).
E tutto a causa dei cambiamenti climatici che stanno facendo sentire i loro effetti in tutto il mondo. Proprio a causa loro, durante le ultime estati, in tutta l’area mediterranea si è avuto un aumento del caldo torrido. Soprattutto in Nord Africa (ma non solo), le piogge invernali sono diminuite drasticamente, causando seri problemi al settore dell’agricoltura dal Marocco alla Tunisia.
Il fatto è che la Tunisia ha già problemi di approvvigionamento alimentare di suo, a causa degli alti prezzi mondiali e delle difficoltà finanziare del governo. Tutto ciò ha ridotto non solo le capacità del paese di acquistare cibo importato, ma anche quelle del governo di sovvenzionare le aziende agricole in patria.
La siccità ha spinto, poi, verso l’alto i prezzi dei foraggi, mandando in crisi anche il settore lattiero-caseario tunisino. Gli allevatori sono stati costretti a vendere capi e mandrie intere in quanto non possono più permettersi di mantenerli, lasciando così vuoti gli scaffali dei supermercati per quanto riguarda latte e burro.
Per cercare di contrastare l’emergenza idrica, il governo ha detto agli agricoltori di dare la priorità ai cereali di base e ai raccolti destinati alle esportazioni, chiedendo loro di smettere di irrigare i campi degli ortaggi con l’acqua delle dighe. Inoltre le autorità, in alcuni casi, hanno anche limitato l’approvvigionamento idrico delle aziende agricole, per assicurarsi che ci fosse sufficiente acqua potabile per le case e le imprese.
Ovviamente tali misure hanno avuto come effetto collaterale quello di aumentare i prezzi degli ortaggi e dell’acqua potabile. Tutto ciò ha scatenato le ire dei tunisini che adesso chiedono che il governo dichiari lo stato di emergenza idrica: il rischio è che, fra poco, molte famiglie non avranno più acqua da bere.