Siamo agli sgoccioli: la biennale più attesa della gastronomia è alle porte. Ovviamente parliamo di Terra Madre, il Salone del Gusto di Torino, che dal 20 al 24 settembre ritorna a Lingotto Fiere, sua sede da sempre, se si esclude quella scorsa edizione all’aperto del 2016.
Si tornerà all’origine, quindi, ma con nuovi temi, prodotti presidiati da Slow Food e, persino, orari. Noi ci stiamo preparando, alla nostra maniera, redigendo un calendario ricco di incontri di cui vi renderemo conto presto, per animare il nostro stand tra le cucine di strada e i birrifici, nel cuore del Salone: il Dissapore Cafè.
Nel frattempo, vi spieghiamo per filo e per segno come funzionerà la manifestazione, perché c’è da perdersi e c’è da perdersi le cose importanti. Ecco tutto quello che dovete sapere per vivere nel migliore dei modi il Salone del Gusto, un vademecum indispensabile per la prossima settimana a Torino, al netto di un programma biblico.
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GLI ORARI
Se avete partecipato al Salone di due anni fa, converrete con noi: pareva che quelli di Slow Food volessero mandarci a dormire presto. Si rimedia quest’anno, con un orario prolungato fino alle 24. O meglio, il Salone è aperto, indicativamente, dalle 10 alle 24 (il lunedì dalle 10 alle 19), ma i mercati chiuderanno alle 21.30.
Dopodiché considerate ufficialmente chiusa la vostra giornata gastronomico-didattica e decidete se dedicarvi a cucine di strada e birrifici, che è l’area in cui ci troveremo noi, aperta dalle 11 alle 24, o andare allo spazio dedicato al vino e ai food truck di Piazza Castello, animata dalle 12 alle 24.
I BIGLIETTI
Lo ribadiamo, che non vogliamo vedervi sbuffare davanti all’ingresso: il biglietto per entrare prendetelo online, che costa una scemenza. Sono 5 euro per un giorno e un forfait di 20 per l’abbonamento dal 20 al 24: questo il link per andare direttamente all’acquisto, attivo fino alle 24 del 19 settembre.
Altrimenti si paga il doppio, ovvero 10 euro al giorno, alle biglietterie (su piazzale Nizza e sul lato Oval); le casse saranno aperte dalle 10 alle 23, da giovedì a domenica, e dalle 10 alle 17 lunedì 24 settembre. Biglietto ridotto, a 5 euro (sempre acquistato in loco), per chi entra dalle 18 in poi.
IL TEMA
Innescare il cambiamento a partire da ciò che compriamo o, perché no, coltiviamo. Il protagonista è sempre il cibo, ma cambia la prospettiva, incentrata sulla nostra responsabilità nel cambiamento, che parte dalle nostre scelte. “Food for Change”, per farla breve.
COME E’ STRUTTURATO IL SALONE
Un piano ben elucubrato richiede la mappa. Analizzatela bene, se non altro per rendervi conto di quanto vi saranno utili le prossime righe: i primi tre padiglioni ospitano i mercati italiani e tre spazi monotematici, per veri nerd, il Cacao Camp, la Piazza del Gelato e la Fucina pizza e pane, novità assoluta del Salone, che accredita i lievitati e i loro maestri, pasticceri compresi, nell’Olimpo di Slow Food.
All’Oval, struttura adiacente e a sé stante, troverete i mercati internazionali e i Presìdi, cuore pulsante della manifestazione. A proposito, per l’occasione debuttano 22 Presìdi italiani, e siamo certi di vederne di belle e curiose. Lì accanto, l’Arena di terra madre, dove si potrà assistere ai confronti che contano, quelli su cui il movimento di Slow Food lavora da anni: popoli indigeni, giovani e migrazioni, giusto per essere sul pezzo.
Disseminate tra i due punti ci sono le aree tematiche, quelle dedicate a carne, pesce, semi, cibo e salute, api e insetti. Ecco un’altra novità rilevante: l’insetto come alimento, messo sullo stesso piano di quelli più convenzionali, almeno per noi di questa parte del mondo.
OLTRE IL LINGOTTO
Che Il Salone del Gusto non sia limitato alla periferia della città ve lo abbiamo già detto, ma per comprendere l’influenza di Terra Madre su Torino dovete pensare che al Museo Egizio, per l’occasione, ci sarà “Una fame da oltretomba”: una sorta di temporanea sulle abitudini alimentari degli antichi Egizi. Per dire.
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In particolare, la Nuvola di Lavazza, nuova sede dell’azienda torinese con museo sul caffè e ristorante annesso, diventerà una vera e propria sede distaccata della biennale, attraverso un calendario di appuntamenti parallelo. Dateci un’occhiata, anche se il caffè non è il vostro argomento a scelta. Potrebbe interessarvi, per esempio, la mostra dedicata a Bob Noto, il fotografo che ha dato una dignità artistica alla rappresentazione del cibo.