I rischi per il fiume Po legati alle temperature eccessivamente alte degli ultimi mesi vanno ben oltre il (comunque preoccupante) calo della portata media: il primo corso d’acqua d’Italia rischia infatti di rimanere soffocato dal proliferare delle alghe, tanto la Città di Torino si è vista costretta a contrastare questo fenomeno coinvolgendo cittadini, volontari e circoli remieri in un’operazione speciale – estirpare a mano le piante acquatiche in questione.
Si tratta, a onor del vero, di una pratica di cui vi avevamo già raccontato la settimana scorsa: i produttori di vongole situati lungo il Delta, infatti, avevano preso a “pescare” letteralmente le alghe che infestavano le acque nel tentativo di salvare gli allevamenti. Ebbene, le operazioni che stanno vedendo come protagonisti gli stessi cittadini del capoluogo piemontese sono decisamente simili: il tavolo tecnico convocato per l’emergenza in questione ha infatti disposto le istruzioni per un “intervento coordinato di rimozione naturale” (ossia tramite sradicamento), che di fatto si terrà da venerdì 22 luglio fino alla giornata di oggi, lunedì 25.
Importante notare che, di fatto, la natura di tipo manuale delle operazioni è stata dettata dalla presenza della specie esotica invasiva Elodea nuttallii, caratterizzata da una spiccata capacità riproduttiva, che avrebbe resto pericolose le operazioni di tipo meccanico. “Questa iniziativa nasce da un’emergenza, dovuta al gravissimo momento di siccità e di crisi climatica che stiamo vivendo” ha commentato a tal proposito l’assessore alla Cura della Città, Francesco Tresso. “La cooperazione tra tutti è indice di un bel percorso di collaborazione avviato con i diversi enti che hanno risposto prontamente alla nostra chiamata, dedicando tempo e risorse, insieme ai tanti cittadini volontari, per prendersi insieme cura dei nostri fiumi e della nostra città”.