In un’Italia che arranca tra fase 1, fase 2 e fase 3 (Ahimè, la Calabria pensa già di essere in questa stato), i rider fanno la loro buona parte per contribuire agli approvvigionamenti casalinghi, anche se, come avevamo già sottolineato, agiscono senza dispositivi di protezione. E così, testa bassa e in sella a una bici, tentano di mandare avanti da 2 mesi il sistema della ristorazione italiana. Stacanovisti e agguerriti si destreggiano tra beghe legislative e pandemiche cercando di trainare un settore che da poco l’Italia ha iniziato a prendere in considerazione. Ora, però, non ci stanno, senza mascherine e guanti e lanciano uno sciopero a Torino per domani 1° maggio.
La data è simbolica per gridare al Paese la loro insofferenza nei confronti di un contesto lavorativo che li pone a rischio. A spiegare il sit-in i loro coordinatori. “Sciopereremo – dicono – e non porteremo il cibo a casa. Invitiamo i clienti a non utilizzare il servizio di food delivery e, se si sentono partecipi delle nostre ragioni, a mandare email e fare chiamate al servizio clienti per denunciare le vergognose condizioni in cui siamo costretti a lavorare”.
I fattorini evidenziano in particolare la mancanza di tutele e l’esclusione dagli ammortizzatori sociali durante il Coronavirus.
[Fonte: Torino Oggi]