Spostiamoci a Torino: qui il proprietario di una gelateria è stato multato perché si era formata la coda davanti al suo locale. Come lui stesso sottolinea, la coda era ordinata e distanziata come quella davanti ai supermercati: perché la multa è stata fatta a lui? Deve forse comportarsi da vigile?
Protagonista di questa vicenda assurda è Vittorio Lucco, proprietario delle omonime gelaterie in via Luini e corso Vittorio Emanuele II. Domenica 17 maggio 2020, all’ora di pranzo, in coda davanti alla sua gelateria di via Luini 100 c’erano 150 persone. Tutte in fila, ben distanziate, con mascherine: un po’ come succede davanti ai supermercati.
Solo che a differenza di quanto accade con i supermercati, qui sono intervenuti due nuclei della polizia locale: su segnalazione, sono arrivati e hanno multato il gestore per aver violato il divieto di assembramento nelle vicinanze del locale. La sanzione è di 400 euro, 280 se pagati entro 30 giorni. Tuttavia sul verbale l’uomo ha preteso che venisse scritto che non condivideva l’accaduto e che avrebbe fatto ricorso.
Ma è tramite un post su Facebook che spiega il perché della sua amarezza. La ripresa è difficile e non è certo facilitata da istituzioni che non aiutano o con cui è difficile interagire. Ha paura e si sente soffocato dalla situazione: ha paura di non essere in regola anche se sta facendo di tutto per esserlo; ha paura di servire il gelato e di dover fare anche il “vigile” per controllare le distanze; ha paura di essere da solo di fronte a una situazione più grande di lui.
Tutto quello che vuole è servire il gelato in sicurezza e per questo chiede un incontro con il sindaco di Torino. Lucco ha poi specificato che non è tanto la multa ad averlo deluso, quando il modo in cui le forze dell’ordine si sono presentate per far rispettare le regole anti-assembramento. Dopo due mesi di sacrificio, questi 400 euro sono un’ulterioremazzata e si è preso un giorno di riposo. E sottolinea che è stato multato per una coda come quella che c’è al supermercato e che i suoi clienti che erano in fila sono stati cacciati. Da quel momento non ha più lavorato.
Dopo la multa, l’attività è stata chiusa e i suoi 18 dipendenti sono stati messi in cassa integrazione. Il tutto in attesa della nuova riapertura: dovrà di nuovo fare il vigile? Lucco afferma che i clienti si sono comportati bene, erano in fila e ordinati. Per cercare di risolvere la situazione, dal prossimo giorno di riapertura un dipendente verrà messo fuori dalla porta per prendere il nominativo dei clienti e dei loro ordini. Ma avvisa: in questo modo inevitabilmente l’assembramento si creerà dall’altra parte della strada e rischia di essere una situazione ben peggiore della coda ordinata che aveva organizzata lui. Tuttavia, visto quanto accaduto, non può fare diversamente: se verrà ricontrollato, alla terza o quarta multa rischia una chiusura di 15 giorni.