Riparte la pesca al tonno rosso: questa sarebbe una bella notizia per i pescatori italiani non fosse che rischiano di venire penalizzati dalla nuova normativa UE che vieta il trasferimento di quote fra Italia e Malta. Il rischio è che quello di perdere 10 milioni di euro.
Il fatto è che la Commissione europea ha vietato una vecchia consuetudine, quella che permetteva il trasferimento di quote di tonno per gli allevamenti fra Italia e Malta. In Italia non ci sono abbastanza gabbie per l’allevamento e per questo motivo gli imprenditori italiani hanno inviato una lettera di protesta sia alla Commissione europea che a Teresa Bellanova, ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali.
La richiesta è semplice: bocciare questo divieto imposto a causa di presunte infrazioni compiute da Malta in merito alle regole comunitarie sulla pesca. I produttori hanno spiegato all’Ansa che l’Italia ha pochissime gabbie in mare dove allevare e far crescere il tonno rosso destinato, soprattutto, al mercato nipponico. Quello che finora si era fatto era di trasferire tonnellate di tonno rosso nelle gabbie di Malta.
Il problema, però, è che questa decisione della UE è arrivata dopo che Italia e Malta avevano già stretto i soliti accordi grazie al quale nelle gabbie di Malta sarebbero finite 2.900 tonnellate di tonno rosso italiane (la quantità deriva ovviamente dalle quote di cattura che l’UE ha attribuito all’Italia). Tale decisione è arrivata quando ormai i pescatori erano pronti a partire ed è troppo tardi per trovare soluzioni alternative.
A questo si aggiunge il fatto che il lockdown da Coronavirus ha bloccato e rinviato al prossimo anno la prevista creazione di una filiera tutta italiana del tonnofiliera tutta italiana del tonno.