Tokyo: illegali le restrizioni anti-Covid per il ristorante di Kill Bill

Un tribunale ha ritenuto illegali le restrizioni anti-Covid di orario (traduci con: riduzione dell'orario di apertura) imposte al ristorante di Kill Bill.

Tokyo: illegali le restrizioni anti-Covid per il ristorante di Kill Bill

Vi ricordate del ristorante di Kill Bill a Tokyo che aveva dichiarato pubblicamente che non avrebbe ridotto gli orari di apertura così come richiesto dal governo? Ebbene: pare che un tribunale abbia dichiarato illegali le restrizioni anti-Covid imposte a questo ristorante.

Questo ristorante, in cui è stata girata una famosa scena di Kill Bill, fa parte della catena Global-Dining. Tutto è iniziato l’anno scorso quando il governo giapponese ha modificato le leggi speciali anti Coronavirus stabilendo che le singole prefetture potevano ordinare a ristoranti e altre attività di ridurre gli orari di apertura durante lo stato di emergenza.

Così il 18 marzo 2021, ecco che il governo metropolitano di Tokyo aveva ordinato a 27 ristoranti (di cui 26 appatenenti proprio a Global-Dining) di chiudere alle 20 fino alla revoca dello stato d’emergenza.

Ma Global-Dining aveva deciso altrimenti: aveva dichiarato pubblicamente che avrebbe disobbedito alla richiesta di ridurre gli orari di apertura in quanto riteneva di aver adottato misure precauzionali sufficienti per prevenire contagi fra personale e clienti. Inoltre aveva anche sottolineato che questa richiesta aveva preso di mira proprio la loro azienda.

Ristorante Kill Bill Gonpachi Nishi-Azabu

Il tutto era finito in tribunale: quello distrettuale di Tokyo aveva respinto le affermazioni della Global-Dining secondo le quali le imposizioni di restrizioni generali senza annesse prove che dimostrassero come i ristoranti fossero una fonte di infezioni, violavano la libertà di lavoro garantita dalla Costituzione.

Ma Global-Dining non si era fermata qui e aveva deciso di impugnare la sentenza. Adesso il tribunale ha dato ragione all’azienda, con una sentenza che è unica del suo genere: il presidente Norihiro Matsuda ha spiegato che è difficile affermare che la Global-Dining abbia potuto aumentare il rischio di diffusione di infezioni nella comunità.

Inoltre ha sottolineato anche che l’ordinanza emanata da Tokyo ha avuto solo un piccolissimo effetto nel controllo delle infezioni in quanto è stata emessa solamente pochi giorni prima della revoca dello stato di emergenza.

La città di Tokyo ha provato a difendersi sostenendo che la sfida di disobbedienza lanciata dalla Global-Dining avrebbe potuto spingere altri ristoranti a seguire questa strada, ma la corte ha respinto anche questa accusa.

Secondo Toshiyuki Munesue, professore di diritto costituzionale all’Università di Senshu, questa sentenza ha sottolineato un punto chiave della questione: le prefetture possono emanare tali ordinanze restrittive, ma devono presentare un motivo specifico per farlo.