E noi che, ingenuamente, pensavamo fosse uno stratagemma per vendere più copie di “Tiramisù. Storia, curiosità, interpretazioni del dolce italiano più amato” (Giunti Editore), escogitato dagli autori, vale a dire i critici gastronomici Clara e Gigi Padovani,
Invece lo “scippo” del tiramisù da parte del Friuli ha oltrepassato il limite dell’innocua bega di paese per arrivare nei più insidiosi meandri della politica.
Già nei giorni scorsi il governatore del Veneto, Luca Zaia, aveva annunciato battaglia contro il decreto che ha attribuito la paternità del dolce a base di uova e mascarpone al Friuli, inserendolo nella lista dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della regione, i cosiddetti PAT, “scippandone” la paternità –sempre a dire di Zaia– al Veneto, e più precisamente al ristorante Le Beccherie di Treviso.
Adesso, la battaglia annunciata è diventata reale, ma la novità è che Zaia da accusatore si è trovato nei panni dell’accusato: perché invece di far proclami il governatore non si è mai attivato per dare inizio alla procedura di riconoscimento, chiede la senatrice PD Laura Puppato?
Perché non ha scelto la più logica strada di rivendicare la primogenitura nelle sedi istituzionali competenti?
“Chi prima arriva, prima attiva la procedura: se non la si attiva, poi c’è poco da lamentarsi”, prosegue Puppato, scatenando ulteriormente le ire di Zaia, che rileva invece la mancata osservanza dell’iter di riconoscimento, compresa l’audizione pubblica in Camera di Commercio.
“Invece è stato fatto tutto di nascosto –continua Zaia, insinuando complotti ai danni del Veneto a suon di mascarpone e savoiardi– senza avviso pubblico”.
Zaia riferisce di aver parlato con la presidente della sezione veneta dell’Accademia della Cucina italiana, dalla quale si sarebbe sentito rispondere che i friulani avrebbero tirato anche a loro “un pacco”.
Ma la battaglia infuria anche tra gli storici pasticcieri di Treviso.
I titolari dell’Antica Pasticceria Nascimben lamentano infatti che da cinque anni si stanno prodigando per cercare di coinvolgere autorità e colleghi sulla procedura di riconoscimento, avendo però incassato la più totale indifferenza da parte di Comune e giunta come dall’ex titolare delle Beccherie, Carlo Campeol, reo, secondo i pasticcieri di Nascimben, di non aver accettato nel 2013 di “far fronte comune” per l’attribuzione della paternità del Tiramisù a Treviso, e tacciando infine tutti di menefreghismo, miopia, inerzia e attenzione riservata solo a minuscoli interessi di bottega.
Ma tra accuse, malumori e recriminazioni, Treviso intanto non ha nessuna intenzione di starsene con le mani in mano: Paolo Lai, attuale titolare del ristorante Le Beccherie ed erede della famiglia Campeol –proprio la famiglia che avrebbe inventato il Tiramisù nella versione attuale, completa di mascarpone– ha deciso di guardare oltre riconoscimenti burocratici e paternità attribuite per decreto e andare alla sostanza, per “legare sempre più questo dolce a Treviso”, guardando al futuro con iniziative concrete.
Come la celebrazione della prima Giornata del Tiramisù, decisa per il 1° ottobre proprio a Treviso, e con un’altra grande manifestazione dedicata al dolce: la Tiramisù World Cup, la Coppa del Mondo del Tiramisù, che si terrà sempre a Treviso il 4 e 5 ottobre.
Un evento che vedrà sfidarsi i concorrenti nella battaglia del Tiramisù più creativo ma comunque rispettoso della ricetta tradizionale, secondo la classica ricetta indicata dall’Accademia di Cucina italiana e base di uova, mascarpone, savoiardi, zucchero, caffè e cacao, a cui potranno aggiungere al massimo tre ulteriori ingredienti.
Ma il Friuli risponde il 1 ottobre a Villa Santina, paese natale della donna che stando ai friulani avrebbe inventato il dolce conteso, con il Tiramisù più lungo del mondo, oltre un chilometro, che probabilmente entrerà nel Guiness dei primati.
La lotta tra Veneto e Friuli nel nome del Tiramisù è appena iniziata.
[Crediti | Nuova Venezia]