È stato lo stesso Massimo Bottura, col suo consueto, incontenibile entusiasmo, ad annunciare sui social il riconoscimento che World’s 50 Best ha assegnato a Jessica Rosval, chef di Gatto Verde, ristorante spin-off dedicato alla cucina alla brace del suo bed and breakfast e “art resort” Casa Maria Luigia: è lei, insieme alla socia Caroline Caporossi e al brasiliano João Diamante, a meritarsi il premio “Champions of Change 2024”. Un award nato nel 2021, che vuole dare valore e visibilità a chi, nel settore dell’accoglienza e della ristorazione, mette in atto iniziative concrete per il miglioramento delle condizioni sociali delle proprie comunità.
Il progetto Roots
Non un premio strettamente gastronomico quindi, e forse per questo ancora più sentito. Le doti culinarie di Rosval sono d’altronde ben in evidenza, ma a farle meritare il titolo di “Champion of Change” è la sua attività al ristorante Roots di Modena, fondato con Caroline Caporossi con cui condivide il premio. Roots è uno spazio di co-working di giorno e ristorante la sera, in cui offrono formazione e opportunità di lavoro nel mondo della ristorazione alle donne migranti di Modena, partendo dal lavoro dell’associazione AIW (Association for Integration of Women), da loro fondata nel 2020. Tutto è partito dalla storia di Ella, rifugiata nigeriana di 26 anni che raccontò a Caporossi del suo desiderio di voler essere la prima donna della sua famiglia a poter lavorare, sogno poi avverato trovandole un posto proprio nelle cucine di Food For Soul, l’associazione non profit di Massimo Bottura. Un’esperienza illuminante anche per Caporossi che nel 2022 fonderà Roots insieme a Rosval, cooperativa e modello di impatto sociale autosufficiente, in cui la sera si propongono menù in condivisione in cui si valorizzano le origini e le tradizioni delle donne che impegnate nel percorso di formazione.
L’altro vincitore
Le origini sono diverse ma João Augusto Santos Batista, in arte Diamante, condivide con Roots e le altre vincitrici il valore di riscatto della cucina e del lavoro. Dopo ventiquattro anni passati nella favela di Rio De Janeiro, il servizio militare lo porta nelle cucine della marina brasiliana, e da lì a una borsa di studio che lo porterà fino al ristorante di Alain Ducasse. João decide però di non proseguire una carriera stellata ma di tornare a casa ed supportare la sua comunità con l’iniziativa Diamantes na Cozinha (diamanti in cucina), attraverso la quale, dal 2016, ha formato migliaia di lavoratori attraverso un percorso di formazione che va dalla cucina e pasticcerie alla gestione e marketing, selezionando gli studenti in base alle condizioni di fragilità economica e psicologica, e tenendo conto di fattori come le problematiche razziali e di genere, fornendo vitto, lavoro e un reddito. È di quest’anno l’apertura del Diamante Gastrobar, i cui dipendenti provengono principalmente dalla formazione di João.