Mentre a Modena l’Italia del food era tutta concentrata sui macaron dati e tolti dalla guida Michelin, a Dubai si teneva l’ottava edizione della premiazione The Best Chef, organizzata per la prima volta in Medio Oriente, in una città in pieno fermento gastronomico. La Spagna piglia tutto, come sempre negli ultimi anni, ma in pole position non c’è più il ribelle Dabiz Muñoz, che sparisce del tutto dal podio. A fare un bel salto in avanti dal sesto (nel 2023) al primo posto è invece Rasmus Munk, lo chef dell’Alchemist in Danimarca.
Il podio dell’ottava edizione di The Best Chef
È una settimana intensa per le premiazioni culinarie, non solo in Italia dove si è da poco conclusa la mega celebrazione della Guida rossa, ma anche negli Emirati, che hanno ospitato l’ottava edizione di The Best Chef Awards. Il podio dei migliori chef del mondo, consacrati nel modesto hotel Atlantis, The Palm di Dubai, è un tripudio danese: primo posto per Rasmus Munk dell’Alchemist e terzo posto per Eric Vildgaard del ristorante Jordnær. Non poteva mancare un po’ di Spagna, che si becca un argento consegnato ad Albert Adrià del barcellonese Enigma.
Ma torniamo a Munk, che fra una cena stratosferica e l’altra continua a gestire il suo spettacolare (letteralmente) ristorante di Copenaghen tanto bene da ricevere il primo premio di The Best Chef. La giuria motiva: “Noto per il suo approccio avanguardistico, il lavoro di Munk all’Alchemist unisce elementi teatrali e innovazione culinaria, offrendo un’esperienza immersiva grazie alla quale ha ottenuto il trionfo internazionale”.
I premi speciali di The Best Chef
C’è anche un pizzico di Italia tra i premi speciali, con il The Best NextGen Award consegnato a Michele Lazzarini di Contrada Bricconi, già forte di una stella verde e di una “normale” dalla Guida rossa. Non contento del secondo posto, Albert Adrià porta a casa anche il premio The Best (R)Evolution. Vanno a un panorama geografico variegato i premi speciali, con chef dalla Nuova Zelanda a Singapore, fino agli Emirati.
Altro volto noto quello di Ana Roš, chef del tristellato svedese Hiša Franko, che raccoglie il The Best Voted by Professionals Award. Comunque l’Italia si prende un bel po’ di coltelli (questa l’unità di misura di The Best Chef per classificare i cuochi e le cuoche: uno, due o tre coltelli). Giusto per citare qualche esempio familiare, tre coltelli per Piazza Duomo e Osteria Francescana e due per Pepe in Grani e Madonnina del Pescatore; ma la lista è parecchio lunga, per fortuna.