L’addio di inizio anno da parte di Terry Giacomello al Nin di Brenzone sul Garda fu ampiamente rumoreggiato nel poco riservato mondo del gossip gastronomico e, a distanza di un mese, delle motivazioni del divorzio si sa ancora poco, al di là delle dichiarazioni di circostanza dell’epoca che dipingevano una situazione serena e consensuale.
Già dalle prime ora dalla diffusione della notizia, i social del ristorante parte della struttura del Belfiore Park Hotel sono partiti subito con una comunicazione serrata per trasmettere il messaggio che fossero in arrivo grandi novità, e ora abbiamo la prima notizia ufficiale: il nuovo chef del Nin sarà Andrea De Lillo, 27 anni nato a una mezz’oretta dal suo nuovo posto di lavoro, a cui spetta un compito arduo.
Chi è chef De Lillo
La tecnica sicuramente non gli manca, visto il curriculum stellare che si porta dietro nonostante la giovane età: nomi come Massimo Bottura alla Francescana, Alfio Ghezzi alla Locanda Margon, Andrea Berton, e l’esperienza danese al Relæ di Christian Puglisi. Ma sono state soprattutto le esperienze alla corte di Paolo Airaudo al bistellato spagnolo Amelia, e al Central di Virgilio Martinez in Perù, miglior ristorante del mondo per la 50 best 2023, a creare la visione, il rapporto con la materia e il fuoco che saranno al centro della sua proposta culinaria.
“Il mio desiderio – racconta De Lillo, raggiunto dal Corriere del Trentino – è sempre stato tornare vicino a casa, cosa che ho fatto dopo il Covid con l’intenzione di aprire qualcosa di mio. L’occasione giusta, però, non si è presentata, così ho fatto una breve periodo come personal chef, aprendo anche un pop up home restaurant con 12 posti a sedere ad Arco di Trento, assieme a un amico architetto. Poco meno di un anno fa sono approdato a Vitis, fine dining con soli sei tavoli ad Arco. Ero da solo in cucina, l’esperienza è stata bellissima, non sarei mai andato via se non fosse arrivata un’offerta come quella di NIN”.
I progetti per il nuovo Nin
Si parte dalla Stella Michelin che Giacomello si guadagnò appena insediato, a cui De Llillo non vuole, ovviamente, rinunciare, mantenendola però con una proposta di cucina molto diversa da quella del suo predecessore: “l’intenzione è quella di confermare la stella Michelin e di puntare anche alla stella verde. La mia cucina è molto diversa da quella di chi mi ha preceduto, è estremamente legata al territorio, quello vero. Il pesce di acqua dolce per me non è rappresentato da trote e salmerini, io lavoro i pesci che vado a prendere dai pescatori al porticciolo la mattina: i persici, le carpe, i lucci. Sono pesci delicati da lavorare, portano via molto tempo per essere valorizzati. Voglio far ricredere la gente sul pesce di lago, farli apprezzare quanto branzino e tonno”.
Un lavoro sul territorio che si svilupperà intorno al perimetro del Lago di Garda e le sue immediate vicinanze, in cui non manca l’attenzione al vegetale, con le verdure fornite da serre gestite direttamente da De Lillo, e una piccola coltivazione vicina al risotrante per erbe e fiori edibili, e un frigo a idroponica per i germogli. Nin riaprirà i battenti ad aprile, con i primi due menù degustazione sui quali la brigata è già al lavoro: “Venti e Correnti”, il più ampio con 9 portate che includono sia carne che pesce di lago e “Radici” percorso di sei portate vegetali.