Terra Madre Salone del Gusto 2022 è giunto alla sua naturale conclusione: nella giornata di domani, martedì 27 settembre, gli oltre tremila delegati torneranno nei rispettivi centotrenta Paesi di provenienza, arricchiti – o almeno ce lo auguriamo – dalla rinnovata convinzione che il cibo possa anche salvare il mondo. Eh sì, perché di fatto a Terra Madre non si fa solo “da mangiare”, ma anche – come d’altronde ha sottolineato la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini – politica. “Questa edizione” ha commentato “riafferma con forza la consapevolezza che la produzione alimentare è anche uno straordinario strumento di contrasto alla crisi climatica e alle ineguaglianze sociali”.
Repetita iuvant, si usava dire. In questo caso, la speranza è che questo messaggio, proposto per ben cinque giorni in salse e gusti diversi, abbia contagiato almeno un poco gli oltre 350 mila visitatori che hanno assaggiato, meditato e riso nella cornice del Parco Dora – polmone verde incastonato in una ex area industriale oggetto di un ambizioso progetto di riqualificazione tuttora in atto. Giorni di crescita e di festa, in altre parole, che hanno potuto svolgersi soprattutto grazie anche allo sforzo degli oltre 600 volontari impiegati: 270 studentesse e studenti dei licei cittadini Cattaneo, Cottini e Lagrange impegnati come sentinelle ecologiche, 150 alunne e alunni del Gioberti e del Mazzarello che hanno accompagnato i delegati assistendoli anche nelle traduzioni, e oltre 100 ragazze e ragazzi dell’istituto alberghiero Colombatto che hanno messo a disposizione la loro esperienza nei Laboratori del Gusto e in molte altre aree di degustazione.
Terra Madre ha portato sul palcoscenico del suolo e affrontato il tema della rigenerazione, declinando il tutto attraverso il generoso mondo del cibo. “I giorni di Terra Madre sono rilevanti dal punto di vista culturale ed educativo” ha aggiunto Matteo Marnati, assessore all’Ambiente della Regione Piemonte. “Vedere così tanti giovani e studenti è importante perché qui non si promuove soltanto il cibo, ma un approccio sistemico a tutte le tematiche che ne derivano, come la crisi climatica che ci troviamo ad affrontare. Il nostro augurio è che la prossima edizione accolga un pubblico ancora più vasto e interessato”.