Il ministro per le Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, ha messo in luce le perdite economiche dell’Italia dovute agli alimenti contraffatti. La falsificazione costa 100 miliardi l’anno. Sull’argomento si è soffermata, oggi, alla presentazione della quarta “Settimana della cucina italiana nel mondo” alle Officine Farneto di Roma.
“Il Parmesan ci fa male”, tuona Bellanova, che ha invitato a “garantire regole di concorrenza reali” le quali permettano di offrire un “reddito dignitoso, nella “consapevolezza che produrre in Italia costa di più”. Per il ministro il fine dell’Esecutivo è quello di “rispettare e ricucire un territorio che spesso è stato depradato dall’incuria”, promuovendo buone pratiche anche all’estero. In tal senso il ministro ha fatto riferimento alle “necessarie politiche anti-spreco”, da sviluppare in Italia e oltre confine.
Per Luigi Scordamaglia, consigliere di amministrazione dell’Ice e coordinatore di Filiera Italia, anche lui presente al lancio, “diffondere la nostra cucina comunicandone i valori significa creare presidi per il vero food Made in Italy – e ha aggiunto – il mondo vuole il cibo italiano associato al nostro stile di vita unico”.
Ma la strada da percorrere è ancora lunga, perché oggi 2 prodotti su 3 sono tarocchi e l’Italian sounding ruba importanti quote di mercato. A tal proposito, l’associazione insieme a Coldiretti e al Mipaaf ha lanciato da tempo la diffusione di strumenti anti-contraffazione e per la certificazione dei ristoranti italiani.