Che l’arte e la gastronomia possano vantare un legame chiaro e forte – lo stimolo dei sensi, banalmente, o ancora la fumosa ma autorevole disciplina della composizione estetica – dovrebbe essere noto a tutti, se non altro anche semplicemente a un livello intuitivo. Se poi il contesto è uno come quello del Mudec di Enrico Bertolini, forse il legame passa da presente ma a volte inconscio a una dimensione obbligata: Teo KayKay, artista e designer celebre per il suo lavoro sulle bottiglie di vino, ha trasformato la carta vini del locale meneghino in una vera e propria opera d’arte unica e certificata in blockchain.
Teo KayKay e la carta dei vini del Mudec
La carta dei vini del Mudec passa così da una più tradizionale forma a elenco (che banale elenco a dire il vero non lo è mai, al Mudec così come da altre parti) a un’opera arricchita da oltre 170 illustrazioni che si infilano tra titoli e paesaggi. Un’opera, come abbiamo accennato in apertura di articolo, davvero e in tutti i sensi unica al mondo; creata da Teo KayKay in esclusiva per Enrico Bertolini e “blindata” con un certificato di autenticità cartaceo e su blockchain.
Paesaggi, vigneti, luoghi iconici e meno conosciuti, villaggi e naturalmente vino – l’unicità della carta dei vini del Mudec “è proprio nel linguaggio delle illustrazioni” si legge in un comunicato emesso dal ristorante “realizzate a colpi di bombolette spray e tratti neri che richiamano quelli dei markers utilizzati dai writers, e nel font dei titoli delle varie sezioni della Carta, che guidano l’ospite nella scelta del vino”.
Titoli, illustrazioni e tratti sono stati digitalizzati per la stampa e infine raccolti in un imponente e importante volume ricco delle ottocento etichette – etichetta più, etichetta meno – scelte da Sebastien Ferrara, restaurant manager del ristorante Enrico Bartolini, e del sommelier Edoardo Jobet.
“Con Sebastien, Edoardo e Monica Biella abbiamo pensato di approfondire anche gli argomenti legati alla carta dei vini e abbiamo coinvolto Teo KayKay” ha raccontato a tal proposito lo stesso Enrico Bartolini “a cercare delle sfumature di colore, di disegni e di tratti che dessero vigore alla carta. Insieme hanno ricostruito il percorso geografico attraverso i vari luoghi del vino. Questo ci ha permesso di dare alla nostra carta dei vini personalità e identità”.
Un entusiasmo condiviso anche dall’artista: “Volevamo che la carta dei vini diventasse un’opera d’arte unica nel suo genere” ha spiegato KayKay “con illustrazioni e titoli disegnati a mano e poi digitalizzati. La filosofia di questa opera è accompagnare il lettore in una “favola illustrata” durante la scelta del vino. Io stesso, leggendola, mi perdo ogni volta nelle illustrazioni”.