A che punto è la battaglia legale per il Teff, il super grano delle diete senza glutine? Quello richiestissimo dall’Etiopia? Una storia travagliata quella del Teff, recentemente intravisto anche a Identità Golose 2019. Il Teff è un cereale piccolissimo e senza glutine, simbolo dell’Etiopia. Un imprenditore olandese di nome Jans Roosjen, agronomo che collaborava anche con l’Istituto etiope di conservazione della biodiversità per la ricerca e lo sviluppo, rendendosi conto delle sue potenzialità, aveva deciso di brevettare le sementi del Teff. Riuscendoci pure, non fosse che nei mesi passati la corte dell’Aia aveva stabilito che tutte le autorizzazioni ottenute fino a quel momento nei Paesi Bassi erano da considerarsi non valide.
Di chi è dunque la proprietà intellettuale di questi semi? L’Etiopia non è certo nuova a casi del genere, qualche tempo fa c’era stata un’analoga bega che aveva coinvolto Starbucks e tre varietà di caffè. In quel caso era finita con Starbucks che aveva deciso quasi spontaneamente (non c’è nulla di più spontaneo che una serie di campagne di denunce di Oxfam per spingere un’azienda a fare qualcosa) di aiutare l’Etiopia a commercializzare e promuovere questo tipo di caffè.
Ma torniamo al Teff, un cereale piccolo piccolo, ricco di ferro, calcio, rame e magnesio. Lavorando il Teff si ha l’injera, il piatto tipico etiope, quella specie di pane fermentato che è praticamente alla base di ogni piatto. Il Teff ha molte fibre, un basso indice glicemico e, soprattutto, va bene nelle diete prive di glutine per i celiaci. Capito perché Jans Roosjen da anni sta facendo di tutto per ottenerne il brevetto? In realtà ci era pure riuscito nel 2007, grazie alla società Ancientgrain. Grazie a un accordo con l’European Patent Office, lo stoccaggio e la lavorazione della farina dei Teff sarebbe avvenuta in diversi paesi, fra cui anche l’Italia. Peccato solo che l’Etiopia fosse rimasta fuori da questo giro, a causa anche di problemi di stabilità economica.
Si arriva così al 2014, quando iniziano i primi problemi legali. L’azienda olandese Bakels Senior aveva cominciato a vendere prodotti a base di Teff. La Ancientgrain non ci pensò su due volte e denunciò la rivale a causa di una “violazione di brevetto”. Ci sono voluti quattro anni, ma alla fine, a novembre 2018, la Corte ha deciso di promulgare la sentenza: l’Aia ha stabilito che non c’è stata nessunissima violazione di brevetti perché i brevetti depositati da Ancientgrain “mancavano di inventiva”. Ma c’è di più: la sentenza ha ribadito come gli agricoltori etiopi siano i veri “custodi della biodiversità sviluppata in Etiopia”. Galvanizzata dal successo, la Bakels Senior ha deciso, poi, di fare ricorso anche negli altri paesi in cui ci sarebbero questi brevetti sulla farina di Teff, fra cui anche Italia, Regno Unito, Germania, Austria e Belgio. Che il supergrano stia per fare il suo debutto ufficiale fra gli scaffali dei supermercati? Ce lo ritroveremo prezzemolino dappertutto come il Kamut?