Uno studio ha dimostrato che le bustine di tè rilasciano microplastiche nelle tazze. Lo studio di cui parliamo è stato pubblicato sulla rivista Environmental Science and Technology della American Chemical Society e si riferisce alle bustine di tè in nylon e polietilene terftalato o PET, quelle di forma piramidale in pratica. Queste bustine non compostabili sono in grado di rilasciare nell’acqua calda miliardi di micro e nanoparticelle di plastica.
Che queste bustine possano rappresentare un pericolo per la salute umana, è un dubbio che i ricercatori si portano dietro da tempo. Nel 2013, infatti, si era ipotizzato che potessero rilasciare ftalati, sostanze cancerogene, ma non venne mai provata questa teoria. E visto che le autorità competenti in materia avevano approvato l’uso di queste bustine, la questione venne accantonata.
Questo, almeno, fino a quando non si è cominciato a parlare di microplastiche: il progressivo consumo del materiale di cui sono fatte rilascia microplastiche nella tazze durante l’infusione. Per scoprirlo i ricercatori hanno svuotato le bustine di quattro diverse marche e le hanno immerse in acqua bollente. Successivamente sono andati a studiare al microscopio elettronico la struttura dei polimeri, filtrando l’acqua per recuperare eventuali microplastiche da analizzare tramite raggi X e spettroscopia a infrarossi.
Si è così visto che, dopo l’infusione, nell’acqua della tazzina erano presenti 11.6 miliardi di microplastiche e 3.1 miliardi di nanoplastiche. Adesso bisognerà stabilire quanto queste microplastiche possano essere dannose e pericolose per la salute umana (e anche per tutti gli altri organismi viventi).