Il tartufo chiude la stagione in corso barcamenandosi tra frequenti cambiamenti climatici. Colpa del tempo, dunque, che sempre di più influenza le produzioni agricole.
A fare il bilancio, Mauro Carbone, Direttore del Centro Nazionale Studi del Tartufo, che traccia un bilancio finale dell’annata del tartufo in Piemonte, avviata tra settembre e ottobre e che si conclude in questi giorni, con la consueta celebrazione del Raduno Nazionale dei Trifolau e dei Cani da tartufo (domenica 19 gennaio a Canale, in provincia di Cuneo). Protagonisti della giornata saranno coloro che si adoperano per trovare l’oro bianco: i cani da tartufo e i loro addestratori.
Per Carbone “quest’anno il mercato del tartufo è stato un po’ una montagna russa. Ci sono state settimane ottime alternate a momenti più difficili. L’andamento climatico anomalo di questo autunno di certo non ha aiutato: si è partiti bene, poi c’è stato un ottobre piuttosto caldo e la stagione è peggiorata, per poi rialzarsi sul finale”.
E ha aggiunto: “Facendo un bilancio, si può dire che non è di certo stata un’annata pessima, ma di sicuro ci saremmo aspettati qualcosina in più”. Un anno oscillante, quindi, che comunque è riuscita a soddisfare abbastanza gli addetti ai lavori, anche se è rimasta al di sotto delle loro aspettative.