Amici, io lo so che è spiacevole e che a farsi latori di brutte notizie si passa per gli antipatici della situazione, ma visto che altri non lo fanno, mi prendo la croce io.
Ve lo devo dire: quest’anno tartufi bianchi d’Alba non ce n’è.
Ce n’è proprio niente. Niente di niente di niente. Il poco che si trova sul mercato o viene dall’estero o sono micro noccioline, entrambi venduti a prezzi assurdi.
ASSURDI.
Non sono un agronomo, ma la motivazione è sotto gli occhi di tutti: fa caldo e non piove. Quando, come si sa, il tartufo ha bisogno di freddo e acqua.
Quindi non ce n’è.
Cosa bisogna fare in questi casi? Bisogna, semplicemente, rassegnarsi. È andata così, stop. Pace.
Il tartufo è una delle poche cose che ancora seguono i cicli della natura e se un anno non viene, non viene, finita lì. Si può sempre sperare nei prossimi mesi: va a sapere, magari arriva il freddo, magari arriva la pioggia.
Ma per ora il mio piccolo consiglio è: lasciate stare.
L’autunno italiano offre un’infinità di prelibatezze, non è difficile trovare alternative. Ieri un cuoco che stimo moltissimo mi ha detto “basta: se continua così lo tolgo dal menu. Tutti lo chiedono, ma se non ce n’è e quel poco non è buono e costa carissimo, non me la sento di proporlo.”
Alla fine il bello del tartufo è anche questo: è selvaggio e bizzoso e ama farsi desiderare. Se adesso non ha voglia di concedersi, non lo stalkerò.
Ma quando sarà pronto, lo sarò anche io, con un piatto di tajarin fumante innanzi a me.