Taranto: scogliere distrutte per pescare i datteri di mare, 46 persone indagate

46 persone sono indagate a Taranto con l'accusa di aver distrutto le scogliere per pescare i datteri di mare. Ecco i risultati delle indagini.

Taranto: scogliere distrutte per pescare i datteri di mare, 46 persone indagate

A Taranto 46 persone sono indagate con l’accusa di aver distrutto le scogliere per pescare i datteri di mare. Tutto è iniziato tempo fa, in particolare nel 2017, quando la Guardia costiera e la Capitaneria di porto avevano eseguito dei controlli specifici: diversi pescatori erano stati trovati in possesso di datteri di mare, specie protetta.

Già all’epoca le indagini avevano condotto ad alcuni arresti, ma col passare del tempo, gli accertamenti si sono trasformati in una maxi inchiesta della magistratura di Taranto. Le accuse ora riguardano 46 persone: a costoro è stato ora notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Adesso toccherà a loro difendersi tramite interrogatori, altre indagini o anche memorie difensive.

Secondo l’accusa non solo queste persone avrebbero pescato una specie protetta, ma avrebbero anche danneggiato irreversibilmente l’ecosistema marino e le scogliere presenti in un’area sottoposta a vincolo paesaggistico. Mariano Buccoliero, sostituto procuratore della Repubblica, parla anche di grave danno alla biodiversità del luogo a causa delle martellate date alle scogliere per prendere i datteri di mare.

La gravità delle accuse varia: per ora con quella di reato associativo sono stati imputati Cataldo Resta (48 anni), Giuseppe Bellacicco (47 anni), Gustavo Mancini (63 anni), Giorgio Venneri (30 anni) e Giuseppina Zonile (56 anni). Per gli altri 41, invece, permangono accuse di estrazione e commercializzazione dei datteri di mare nelle zone di San Vito e Punta Rondinella. Inoltre ci sono anche accuse di ricettazione di datteri di mare.

Nelle indagini ci sono finiti anche alcuni commercianti e titolari di pescherie nella città vecchia, di banchi del pesce nella zona di discesa Vasto e via Cariati e di banchi ittici nel mercato Fadini. Non si sono salvati neanche alcuni titolari di famosi ristoranti di Taranto, Leporano, Avetrana, Torre Colimena e Francavilla Fontana: nelle cucine di questi locali all’epoca erano stati ritrovati i datteri di mare.