Svizzero? No, italiano: pure gli Elvetici vogliono il nostro cioccolato

Il cioccolato italiano cresce anche e soprattutto in Svizzera: negli ultimi quattro anni le esportazioni sono aumentate del 37% in volume e del 25% in valore.

Svizzero? No, italiano: pure gli Elvetici vogliono il nostro cioccolato

Il prossimo passo sarà di vendere il ghiaccio agli eschimesi? Il cioccolato italiano cresce e convince, anche e soprattutto in Svizzera: nell’arco di tempo compreso tra il 2018 e il 2022, le esportazioni verso il territorio elvetico sono di fatto cresciute del 37% in termini di volume e del 25% in valore – incrementi percentuali che si traducono in una mole complessiva di 3.386 tonnellate e un conto totale che arriva a sfiorare i 29 milioni di euro.

E i tempi più recenti, è bene notarlo, confermano in pieno questa particolare tendenza: nei mesi tra gennaio e ottobre dell’anno in corso il flusso di esportazione del cioccolato italiano verso la Svizzera ha fatto registrare un ulteriore +4,8% a volume e +5,8% a valore, stando ai dati lasciati trapelare dalla federazione dei produttori Chocosuisse e riportate da Il Sole 24 Ore.

La performance del cioccolato italiano in Svizzera: un’occhiata ai numeri

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È per di più bene notare che non si tratta affatto di una strada a due corsie: dando una rapida occhiata ai numeri che raccontano l’export elvetico verso il nostro caro e vecchio Stivale emerge che nell’arco di dieci anni ne abbiamo comprato il 16,4% in meno per un totale di 4.897 tonnellate. Uno scenario che, come potrete certamente immaginare, preoccupa e non poco i produttori della Svizzera, che si ritrovano a dovere fare i conti con un mercato interno ancora lontano dalle dimensioni pre pandemiche e nettamente “contaminato” dalle incursioni dei prodotti d’importazione – cioccolato italiano dovutamente compreso, come abbiamo appena visto.

Cioccolato e metalli pesanti: il marchio che ne contiene di più è italiano, dice un report Cioccolato e metalli pesanti: il marchio che ne contiene di più è italiano, dice un report

Una tendenza, quella appena descritta, che naturalmente trova una piena risonanza anche nei rapporti di mercato elaborati dai singoli marchi. “Nel 2023 il nostro brand Perugina ha registrato una crescita dei volumi esportati in Svizzera” ha commentato, ad esempio, Florence Audoyer, managing director confectionery Nestlé in Italia, in una dichiarazione rilasciata a Il Sole 24 Ore. “Un risultato dovuto sia alla collaborazione con i retailer, che ci ha fatto conoscere di più, sia ai costanti investimenti nello stabilimento di San Sisto per farne l’hub internazionale del cioccolato e rafforzare l’export dei prodotti iconici del made in Italy”.

Ma a onore del vero il successo del cioccolato italiano trascende il contesto – simbolicamente ed economicamente importante, beninteso – della Svizzera. Numeri alla mano, stando ai dati Ismea, l’export ha toccato le 266mila tonnellate per un controvalore di 1.679 milioni di euro; mentre nei primi otto mesi del 2023 il giro di affari è ulteriormente cresciuto del 9,5%.

Uno sguardo alla bilancia commerciale del settore, tarata sempre sui primi otto mesi dell’anno in corso, svela infine un saldo positivo di 994 milioni di euro (+5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022).