Vuoi per comodità, vuoi per efficienza, vuoi perché, forse più banalmente, avere il portafoglio pesante di monetine non piace a nessuno, Paperon De’ Paperoni evidentemente escluso. La spesa, anche in Italia, si fa sempre più cashless: secondo un recente rapporto redatto dall’Osservatorio Alimentari di SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali, nel periodo compreso tra gennaio e marzo 2024 il numero di transazioni con la carta nei supermercati e altri negozi simili è cresciuto del 29,2%.
Vale la pena notare, sempre rimanendo in questo contesto, che gli abitanti dello Stivale sembrano sempre più aperti all’idea di estrarre la carta anche e soprattutto per le spese più piccole: sette pagamenti digitali su dieci, infatti, riguardano spese inferiori a venti euro; mentre tra le transazioni più in crescita (39,4%) ci sono quelle che arrivano fino ai dieci euro.
Spese piccole: comodità o scelta?
Si tratta, in altre parole, di un vero e proprio boom per quanto concerne le transazioni più piccole: complessivamente il rapporto in questione indica che il 38,8% delle transazioni digitali ha un valore inferiore ai dieci euro, il 29,7% si tiene al si dotto dei venti euro (questi ultimi compresi, è bene notarlo), il 14,5% è di fatto compreso tra i venti e i trenta euro e infine, cambiando il punto di vista, si nota che meno del 7% delle transazioni supera i cinquanta euro.
Allo stesso modo, come abbiamo accennato nelle righe di apertura dell’articolo, può essere interessante notare che a fare registrare gli aumenti più notevoli sono proprio le transazioni che fanno riferimento ad acquisti di valore inferiore ai dieci euro e al di sotto dei venti euro (+22,6%).
Sono almeno due le letture che si possono dare di questi numeri: la prima, in parte già formulata nelle righe in precedenza, è che evidentemente l’utilizzo della carta, o se preferite del pagamento digitale, è diventato pienamente di comune impiego anche per le spese più piccole. Gli aumenti che abbiamo visto fino a ora, considerando anche e soprattutto quello in termini generali e non riferito solamente agli acquisti più modesti, confermano per di più anche i dati inerenti al settore della ristorazione dove i pagamenti con il Pos sono allo stesso modo sempre più comuni.
La seconda lettura è che quanto visto fino a ora sia interpretabile anche come diretta conseguenza dell’aumento generalizzato del costo della vita: con un carrello della spesa sempre più caro, complice l’inflazione e gli aumenti ai prezzi di numerosissimi beni alimentari, è plausibile che i consumatori dello Stivale abbiano reagito cercando di spendere meno e organizzando spese più piccole.