Quanto costa una bottiglia d’olio extravergine d’oliva? E quanto dovrebbe costare? A fissare il prezzo giusto è il ministro Francesco Lollobrigida, che parla di prezzi dell’olio durante il suo intervento alla presentazione della Settimana nazionale della prevenzione oncologica. “Trenta euro non è un furto con scasso”, dice, e noi non possiamo che dargli ragione. L’olio extravergine d’oliva, una delle eccellenze di quel “Made in Italy” che tanto piace al ministro (anche a noi, sia chiaro, semplicemente non a prescindere), ha bisogno davvero di una politica di tutela e di rilancio dei prezzi. Bisogna, in pratica, spiegare al pubblico che deve essere disposto a pagare di più per avere un olio di migliore qualità e per avere un prodotto che aiuti a tutelare e preservare il lavoro che c’è dietro a quella bottiglia.
Il paragone col vino
Se trenta euro sono considerate un prezzo accettabile per una bottiglia di vino, che a tavola dura un’ora – dice il ministro – allora lo sono certamente anche per una bottiglia di extravergine d’oliva. Questo non può che dimostrare quanto è ancora lungo il lavoro da fare per valorizzare l’olio: il vino lavora da decenni in questo senso, e in ogni caso il lavoro non è ancora stato completato, perché non è poi così vero che gli Italiani portano a tavola bottiglie di vino da trenta euro. Dunque, comprano vini a buon mercato così come comprano olio a buon mercato, e in entrambi i casi mettono in secondo piano la qualità. Lo fanno per necessità economiche, certamente, ma anche per la mancanza di una cultura che li porti a fare una scelta diversa, sacrificando piuttosto la qualità (il famoso mantra “meno ma buono”).
Questo accade in particolare in un momento in cui l’olio d’oliva – come molti altri generi alimentari – sta subendo rincari importanti, in tutto il mondo. Anche l’olio spagnolo, che prima era più economico, si sta mettendo in linea con i prezzi italiani, per sopperire al calo della produzione, alle difficoltà portate dai cambiamenti climatici e all’aumento dei costi di produzione. Questo, paradossalmente, può quindi essere il momento giusto per spingere a un acquisto diverso, raccontando al consumatore l’effettiva differenza che c’è tra una bottiglia a basso costo e un’altra al giusto prezzo, e provando a fare qualcosa di concreto per spingere all’acquisto delle eccellenze locali.