Il mondo è di chi sa innovarsi – in cucina, nella vita, ed evidentemente anche e soprattutto in cantina. Così, mentre dalle nostre parti si discute di vino dealcolato in termini prettamente semantici (ma sempre utili se l’obiettivo è evidentemente quello di rilasciare dichiarazioni un po’ ruffiane), dall’altra parte dell’Oceano Atlantico si sperimenta, si lede la maestà, si sfida chi fa della rigidità una questione di gusto e del gusto una questione di rigidità. Dall’altra parte dell’Oceano, in altre parole, si trasforma la Mountain Dew in vino.
Il nostro protagonista, una sorta di Gesù Cristo a stelle e strisce, si chiama Charles Biolo, e ha raccontato del suo particolare esperimento in una serie di video pubblicati su TikTok – scelta che se non altro conferma la piattaforma in questione come la più rappresentativa vetrina della società occidentale. Il suo obiettivo, dicevamo, era piuttosto semplice: produrre del vino utilizzando della Mountain Dew, popolarissima bibita statunitense. Un piccolo spoiler: ce l’ha fatta.
Un miracolo tutto americano? No, semplice scienza
Biolo, è bene notarlo, è efficace e laconico nelle sue spiegazioni: per produrre il vino, spiega, sono necessari zuccheri e lievito. L’affermazione non è del tutto sbagliata, che d’altronde la produzione di vino è anche e soprattutto una questione scientifica, ma ci pare corretto sottolineare che ciò a cui si riferisce Biolo è più precisamente la fermentazione alcolica.
“Il mio piano era semplice” spiega ancora il nostro Gesù a stelle e strisce. “Unire della Mountain Dew con del miele e un po’ di lievito in un kit per idromele, e lasciarlo fermentare per alcune settimane”. Il nostro vigneron provetto ha poi spiegato che i conservati presenti nella bibita, che andrebbero a impedire alla bevanda di diventare alcolica, possono essere resi inefficaci in un ambiente con pH alto; e ha pertanto aggiunto un poco di bicarbonato di sodio per alcalinizzare il tutto.
Dopo circa un mesetto Biolo ha aggiunto un agente chiarificante per rendere il “vino” più limpido, e ancora un paio di settimane più tardi ha pubblicato un ultimo video per annunciare la fine dell’esperimento. Chiamare il risultato “vino” sarebbe utile solamente a far perdere le staffe ai puristi più ligi – il che, lo dobbiamo ammettere, potrebbe essere considerato un traguardo più che stimolante -, ma il nostro protagonista si è comunque detto soddisfatto: una bevanda con una gradazione alcolica stimata del 13,9%. Non restava che procedere con l’assaggio – o meglio ancora, con l’esame gusto-olfattivo.
“Sono piuttosto sorpreso” ha commentato Biolo. “Non sa di acido per batterie. Non del tutto, almeno”. Nell’assaggiare la sua creazione, Biolo l’ha descritta come una bevanda “liscia e agrumata, con un leggero retrogusto chimico”.