Prosegue l’iter per mettere in atto le novità previste dal governo in materia di recensioni online dei pubblici esercizi (leggasi, anche e soprattutto, ristoranti). Nella giornata di ieri il Consiglio dei Ministri ha approvato il primo disegno annuale sulle piccole e medie imprese, proposto da Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy. Niente più “compravendita” di recensioni, spiega la ministra del turismo Santanchè. Vediamo come le anticipazioni sul nuovo ddl stanno diventando realtà.
Cosa prevede il ddl
Da tempo si parla della delicata questione delle recensioni online e dell’impatto che queste hanno sulle attività, nel bene e nel male. Era necessaria una regolamentazione che sembra essere arrivata con il nuovo ddl, per cui ieri è stato avviato l’esame preliminare. Il disegno di legge delinea i paletti entro cui i recensori potranno muoversi. Innanzitutto sarà obbligatorio dimostrare di aver realmente usufruito dei servizi e/o beni offerti dall’azienda, magari tramite pubblicazione di uno scontrino.
Bisognerà poi scrivere entro limiti temporali precisi: affinché l’esperienza sia ben fresca in mente, se ne potrà parlare esclusivamente entro 15 giorni dalla stessa (un po’ troppo restrittivo?). In mano alle imprenditrici e agli imprenditori viene anche messo lo strumento del diritto all’oblio: potranno infatti eliminare le recensioni più vecchie (oltre i due anni), richiedere la cancellazione di quelle false o inopportune e replicare a quanto detto dalla clientela. Vietato, ancora, acquistare recensioni da intermediari o valutare prodotti o servizi diversi da quelli realmente provati.
Le recensioni non sono tuttavia l’unico oggetto del ddl, che prevede anche la cosiddetta “staffetta generazionale”. Un sistema di pensionamento flessibile per cui negli ultimi due anni di lavoro il o la dipendente può usufruire di una riduzione dell’orario lavorativo (tra il 25% e il 50% del totale), a patto che contestualmente l’azienda assuma una persona sotto i 35 anni.