Straberry, startup lombarda che vende frutti di bosco biologici e popolare a Milano per la consegna dei suoi prodotti con le Apecar, è finita sotto sequestro per sfruttamento.
In seguito alle indagini della Guardia di Finanza, sette fra amministratori e dipendenti sono accusati di sfruttamento del lavoro e intermediazione illecita nei confronti di un centinaio di braccianti.
Nello specifico, i finanzieri accusano la startup di aver sottoscritto contratti irregolari ai braccianti, facendoli lavorare in pessime condizioni e pagandoli con cifre inferiori a quanto avrebbero dovuto sulla base del contratto nazionale di categoria.
L’azienda Straberyy è stata fondata nel 2010 da Guglielmo Stagno d’Alcontres, che cominciò a coltivare i frutti di bosco in uno dei terreni di famiglia nella zona di Cassina De’ Pecchi, nella periferie nordest di Milano.
Secondo la procura di Milano, i dipendenti “fissi” di Straberry avevano contratti irregolari e venivano pagati 4,5 euro all’ora, mentre il contratto nazionale prevede almeno 6,71 euro all’ora. Il tutto in condizioni sanitarie precarie, costretti a lavorare più di dieci ore al giorno senza docce e spogliatoi. E chi provava a lamentarsi veniva allontanato dall’azienda.
Come scrive la Repubblica, le indagini della Guardia di Finanza sono scattate “quando nei registri delle assunzioni dei braccianti gli investigatori hanno notato delle stranezze. Ad esempio, una frequenza insolitamente elevata di annullamenti di assunzioni dopo appena due giorni: una pratica sospetta, visto che in genere la rimozione di un lavoratore dai registri avviene se vengono fatti degli errori materiali nella trascrizione dei dati”.
Si tratta, in sostanza, di false assunzioni. I braccianti venivano presi in prova per due giorni, e se non riuscivano a raccogliere almeno quattro o cinque cassette di fragole all’ora, in una giornata di nove ore lavorative, venivano allontanati. Da Strabery, per il momento, ancora nessun commento ufficiale.
FONTE: IL POST / La Repubblica