Stop al salmone Ogm. In un primo momento, nel novembre scorso, l’agenzia americana per la sicurezza alimentare (Food and Drug Administration) aveva autorizzato l’importazione di salmone geneticamaente modificato negli Stati Uniti, giudicandolo “sicuro e nutriente come il salmone selvaggio dell’Atlantico“.
Una decisione a suo modo storica: si tratta del primo animale transgenico approvato per il consumo sulle tavole degli americani dopo un processo di revisione durato anni e che ha portato a grandi polemiche.
Ma ieri il Washington Post ha riportato la notizia di un blocco temporaneo delle importazioni. Il motivo è che non è stato trovato l’accordo sulle norme di etichettatura e le conseguenti linee guida per il consumo.
un salmone atlantico ingegnerizzato con un gene dell’ormone della crescita proveniente dal salmone reale.
Il salmone geneticamente modificato è ingegnerizzato con un gene dell’ormone della crescita proveniente dal salmone reale, per questo ha una crescita accelerata: 18 mesi per lo sviluppo completo invece dei tre anni necessari in allevamento.
Sulle prime si è parlato di uno stop dovuto ad alcuni controlli – ad esempio, per verificare se i valori nutrizionali fossero gli stessi dei salmoni d’allevamento – ma adesso la faccenda sembra più seria.
Potrebbe trattarsi di un blocco lungo anni. La direttiva emanata dal Congresso è stata sollecitata da diversi organismi satellite che controllano la qualità del pescato.
Un vero passo indietro, quindi? Probabile.
Per ora, chi festeggia sono gli oppositori del cibo transgenico, cioè le organizzazioni che si battono contro l’impiego degli OGM sia nell’allevamento sia per scopi alimentari.
[crediti | link: Washington Post]