In un’area di sosta di Civitanova, due tir che trasportavano un centinaio di carcasse di maiali abbattuti a causa della peste suina africana hanno attirato l’attenzione delle persone a causa dello sversamento di sangue e liquami infetti. Evenienza che ha imposto la sanificazione dell’area, durata più di due giorni, da parte di operatori in tute protettive, che si sono anche occupati dell’eliminazione della vegetazione spontanea circostante, a rischio infezione, e hanno scongiurato il rischio di contaminazione della falde acquifere sottostanti.
Il percorso dei camion
Tutto ha origine nel lodigiano, zona particolarmente colpita dall’epidemia (e in cui è presente il quattro percento della popolazione suina italiana con trecentoquarantamila capi), da cui sono partiti i due tir diretti, senza interruzioni nel tragitto, verso un inceneritore nella zona di Latina. Durante una sosta per il cambio autisti in un parcheggio della zona industriale di Civitanova sono stati notati gli sversamenti, facendo accorrere il personale dell’azienda sanitaria territoriale insieme a Carabinieri, Vigili del Fuoco e operatori dell’Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale. Dopo la sanificazione i due automezzi sono ripartiti verso la destinazione stabilita, dai primi accertamenti sembra che i rimorchi fossero stati “sigillati male”, cosa che aumenta l’incertezza sul fatto di trovarsi di fronte a un caso isolato o meno.
La situazione lombarda
Questa “spedizione” ha permesso di smaltire circa centosettanta capi, ma solo nel lodigiano bisognerà occuparsi di più di ventimila suini infetti, come prevede prevede un’ordinanza dell’Agenzia tutela della salute di Milano e Lodi per il depopolamento degli allevamenti a rischio contagio: una zona particolarmente sensibile in una regione, la Lombardia, dove al momento sono stati individuati diciotto dei ventiquattro focolai accertati sul territorio italiano. Al consiglio regionale, il governatore della Lombardia Attilio Fontana interviene con fermezza: “Speriamo che finalmente si inizi anche il piano di abbattimento di chi è stato il responsabile della diffusione di questa tremenda epidemia, che sono i cinghiali. Se non si parte da lì non si va da nessuna parte”.