L’etichetta Nutriscore come un cavallo di Troia per far passare per sano il cibo sintetico. È il pensiero del Ministro delle politiche agricole Stefano Patuanelli, che nella trasmissione di Rai 3 Agorà ha ribadito la propria contrarietà: “Nutriscore è il primo grimaldello per l’inserimento del cibo sintetico, ci sono multinazionali come Danone e Nestlè che vogliono far passare il concetto che quel cibo è sano e fa bene la salute, questo è un grande problema. Noi invece abbiamo distintività di produzione, riusciamo a penetrare i mercati ad alto valore aggiunto e questo fa paura a quelle grandi multinazionali”.
Davide contro Golia insomma, piccola Italia artigianale e genuina contro i colossi del cibo artificiale. Il Nutri-score, vale la pena ricordarlo, è un sistema di etichettatura degli alimenti che vuole indicare, con una progressione di colori dal verde al rosso, la maggiore o minore salubrità di un prodotto. Applicando i parametri previsti, è venuto fuori che ad alcuni cibi tipici della dieta mediterranea come olio di oliva e formaggio, verrebbe assegnato un valore e un colore preoccupante, e soprattutto “che fa più male alla salute” rispetto ad alcuni alimenti industriali, che nella percezione comune sono considerati meno sani: perciò Nutriscore ha vari e strenui oppositori. Siccome il sistema potrebbe essere adottato in sede europea e quindi diventare obbligatorio, Patuanelli ha di recente promesso che si batterà in sede Ue perché ciò non avvenga.
E oggi in TV ha ribadito che con il sistema a semaforo “non si fa corretta informazione ma si condiziona il mercato. Stiamo cercando di creare una minoranza di blocco dialogando con tanti altri paesi europei Grecia, Cipro, Slovenia, Polonia e con la Spagna che cerchiamo di portare dalla nostra parte facendo percepire come quel tipo di etichettatura fronte-pacco mette in grandissima crisi le produzioni tipiche e la dieta mediterranea che è un valore dell’umanità”.
[Fonte: Foodaffairs]