Una ormai ex dipendente del McDonald’s di San Jose, in California, ha recentemente conquistato l’alloro della cronaca per aver sostenuto di aver subito ritorsioni sul luogo di lavoro subito dopo aver denunciato alcune molestie sessuali all’azienda in questione. Insomma, vero che ormai siamo abituati a sentire di licenziamenti per pretesti sempre più ridicoli negli Stati Uniti – quello di qualche giorno fa in uno Starbucks di Buffalo ne è l’esempio lampante -, ma dobbiamo dire che se quanto affermato da Rosalia Manuel (questo il nome della nostra protagonista) dovesse essere confermato allora avremmo raggiunto un nuovo livello di inquietudine.
Al momento del licenziamento i superiori hanno spiegato a Manuel che la sua colpa era quella di aver preso una pausa in un momento sbagliato, ma la versione della nostra protagonista, come avrete intuito, è ben diversa: mesi prima, infatti, aveva segnalato alle risorse umane le continue molestie di un collega maschio imparentato con uno dei manager. L’uomo sarebbe colpevole di aver allungato più volte le mani, e perfino di averle ripetutamente invitata a passare la notte in un motel in sua compagnia. In seguito alla segnalazione il collega in questione è stato rimosso dal punto vendita, ma Manuel aveva intuito che la sua manager fosse arrabbiata perché, a suo parere, avrebbe dovuto prima confrontarsi con lei.
In seguito alla segnalazione per molestie la vita di Manuel è diventata significativamente più difficile: la direzione del ristorante in cui lavorava aveva preso a spedirle reclami per qualsiasi cosa, finché eventualmente non è stata licenziata per i motivi sopracitati. “Sono rimasta scioccata” racconta Manuel. “Sono andata alla mia macchina e ho iniziato a piangere perché sapevo di aver fatto la cosa giusta, eppure sono stato licenziata e punita”. La nostra protagonista, comprensibilmente infastidita dalla vicenda, ha dunque presentato una denuncia alla Commissione per le pari opportunità di lavoro.