Hamburger in lamina d’oro – il matrimonio tamarro (ma con ogni probabilità amico dei social) tra il simbolo del fast food per eccellenza e Salt Bae. Il piatto è di recente apparso nel menu di un ristorante in quel di Filadelfia, Stati Uniti d’America, che nonostante abbia aperto da appena una manciata di giorni – venerdì 19 maggio, a quanto pare – pare sia già riuscito a fare parlare di sé. Eh sì, perché l’hamburger in questione è acquistabile alla modica cifra di 700 dollari – equivalenti, centesimo in più centesimo in meno, a circa 650 euro. Follia per spendaccioni che hanno necessità di mettersi in mostra nella vetrina dei social, status symbol per tamarri o ultima frontiera della ristorazione di lusso? Ai posteri l’ardua sentenza.
Hamburger in lamina d’oro a 650 euro: le reazioni del web
Attenzione, però: prima di gridare allo scandalo e ricordare a tutti che sì, effettivamente viviamo in tempi duri e lo “stringere la cinghia” è ormai diventato mantra quotidiano, è bene notare che il Gold Standard – questo l’azzeccatissimo, che d’altronde dobbiamo pur ammetterlo, nome del panino incriminato – vanta effettivamente ingredienti di altissimo livello. L’hamburger in sé è di leggendario manzo Wagyu, prelibatezza del Paese del Sol Levante; accompagnato da caviale, tartufo, aragosta, cheddar irlandese invecchiato a Wexford e – non potremmo dimenticarla – lamina d’oro. Tutto commestibile, è chiaro.
Le patatine fritte di accompagnamento – incluse nel prezzo: pensate che affare! – sono poi condite con il rarissimo miele Manuka, prodotto dall’omonimo albero originario della Nuova Zelanda; e per non farvi rinsecchire la gola – o, meno cerimoniosamente, in modo da evitare che vi venga il cosiddetto “pastone” – il tutto sarà accompagnato con un poco di cognac Luigi XII, invecchiato per un minimo di 40 anni. Se preferite c’è la Coca Cola, non preoccupatevi.
“Gli hamburger sono uno degli alimenti più amati in tutto il mondo” ha spiegato a tal proposito George Tsiouris, che è comproprietario del ristorante in questione assieme alla sorella, Vasiliki Tsiouris-Balis. “Siamo entusiasti di offrire ai nostri ospiti alcune opzioni sorprendenti, creative e gustose”.
Il web, come tuttavia vi abbiamo già accennato in apertura di articolo, non condivide lo stesso entusiasmo del signor Tsiouris. “Non mi sembra proprio il caso, con quella cifra ci pago l’affitto” ha commentato un utente su Twitter. “Preferirei rinunciare a comprare un hamburger del genere e fare una donazione” ha scritto un altro, particolarmente generoso. Un altro ancora, infine, ha sottolineato come un panino in lamina d’oro cozzi un po’ con l’attuale situazione economica: “Ci sono così tante perone che lottano per portare il cibo in tavola… Mi sembra davvero di cattivo gusto”.