Secondo quanto lasciato trapelare da una indagine portata avanti dal Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, un ristorante dell’Oregon ha cominciato a minacciare di licenziare i propri camerieri che si rifiutavano di consegnare le mance ricevute dai clienti. I capoccia del Bonsai Teriyaki and Sushi – questo il nome del locale in questione – erano infatti soliti raccogliere, alla fine di ogni servizio, le mance ricevute dai sette camerieri che lavoravano nel ristorante: una violazione bella e buona del cosiddetto Fair Labor Standards Act, che per l’appunto stabilisce che i datori di lavoro non sono autorizzati a confiscare le mance del personale “in nessun caso”.
Niente mance ma stipendi più alti: le due facce della medaglia
Non sempre, quando un frutto è marcito, è sufficiente asportare la parte andata a male. In altre parole, il marcio ha il brutto vizio di filtrare ed espandersi: con grande sorpresa di assolutamente nessuno, infatti, il ristorante in questione è anche stato indagato per non aver pagato gli straordinari dei propri cuochi – una bella combo di trasgressioni che ha portato a una multa complessiva di oltre 375 mila dollari. Importante notare, secondo quanto riportato, che di fatto la cifra comprende sia il salario arretrato del personale di cucina che la compensazione per i danni agli altri lavoratori, con ogni dipendente che riceverà una cifra compresa tra i 16 e i 93 mila dollari complessivi. Non si tratta della prima volta che trattiamo un caso del genere: appena un mesetto fa un ristorante della cittadina di Goldsboro, in Carolina del Nord, fu costretto a pagare oltre 150 mila dollari per aver trattenuto le mance dei propri dipendenti.
Il ristorante, naturalmente, ha tentato di difendersi e per farlo si è rivolto alla platea di Facebook: in un lungo post ha spiegato che, pur accettando la sentenza del Dipartimento del Lavoro, i titolari erano soliti pagare il personale il doppio del salario minimo orario medio, permettendo loro dunque di portare a casa un guadagno più affidabile rispetto alle mance, che naturalmente hanno una natura più variabile. Addirittura, stando a quanto scritto sul post, il locale si sarebbe impegnato a fornire questi salari “maggiorati” anche durante il periodo della pandemia, quando naturalmente le entrate erano sensibilmente ridotte rispetto al regime tradizionale.
Per di più, nello stesso post si può leggere che il passaggio a salario minimo più mance ha portato a perdere una parte del personale, che preferiva ricevere uno stipendio lordo più alto e “rinunciare” alle mance lasciate dai clienti. E per quanto riguarda le accuse di non aver pagato gli straordinari? Beh, anche qui naturalmente il portavoce del locale si è difeso dichiarando di aver sempre pagato le ore in eccesso, ma che alcune delle schede con gli orari dei dipendenti sono andate perse. Che combinazione.