Su 3700 impiegati, oltre 200 sono risultati positivi al Coronavirus. Sono i numeri rilevati nello stabilimento del produttore più importante di carne di maiale negli Stati Uniti. L’impianto, che si trova a Sioux Falls in South Dakota, garantisce da solo una produzione di carne di maiale pari al 5% del totale statunitense. Cifra irrisoria ma che, se unita alle altre chiusure, spaventa gli addetti ai lavori.
“La chiusura obbligata di questo impianto, unita a quella di un numero sempre crescente di altre fabbriche in tutto il Paese, sta spingendo gli Usa pericolosamente vicino al limite in quanto a fornitura di carne. E’ impossibile mantenere le scorte nei nostri punti vendita, se gli stabilimenti sono fermi”, ha dichiarato il Ceo del gruppo, Ken Sullivan. La chiusura era stata stabilita all’inizio solo per 3 giorni necessari alla sanificazione e all’organizzazione di una maggiore tutela del personale, ma il governatore del South Dakota, Kristi Noem, ha chiesto all’azienda di prolungare il blocco per altri 14 giorni.
Sulla questione si è espresso anche il presidente della United Food and Commercial Workes Union, Thomas Hesse: “Negli stabilimenti alimentari.i lavoratori sono costantemente gomito a gomito e nonostante l’utilizzo di mascherine protettive, il rischio di contagio rimane alto. Devo ammettere che negli ultimi giorni, il polso della situazione è peggiorato: c’è una tensione sempre più strisciante, ci sono ansia e paura”.
In conflitto le decisioni di altre aziende alimentari. Se il Ceo di Kellogg, Steve Cahillane, si è detto pronto “ad aumentare la forza lavoro attraverso assunzioni, al fine di operare un processo di mitigazione del rischio sulle forniture”, Mary Coppola della United Fresh Produce Association dichiara: “In Vermont, l’associazione dei produttori lattiero-caseari sta utilizzando i social media per cercare volontari fra la popolazione locale, affinché segnalino la loro disponibilità a mungere le vacche, mano a mano che i lavoratori del comparto dovessero ammalarsi“.
Al momento, il lockdown oltreoceano ha coinvolto aree che nel loro insieme rappresentano l’86% del Pil statunitense.
[Fonte: Business Insider Italia]