Armi nascoste? La folla inferocita che carica? No, il vero pericolo durante le manifestazioni di protesta sono i lanci di frutta. Lo scorso ottobre l’ex Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, è stato interrogato per circa quattro ore per una causa intentata da un gruppo di manifestanti che sostengono che le sue guardie di sicurezza li abbiano aggrediti nel 2015. La testimonianza è stata recentemente resa pubblica, e dalla registrazione è emerso che sì, le sue guardie avevano istruzioni di intervenire nel caso di protesta violenta, compreso il lancio di frutta.
L’ex Presidente temeva infatti che i manifestanti avrebbero potuto colpirlo con pomodori, ananas e altri frutti “molto pericolosi”, dichiarando che “si rischia anche di rimanere uccisi per cose del genere”: in questa ottica, l’aggressione delle sue guardie sarebbe stata giustificata nel nome dell’autodifesa. Nel corso della deposizione di cui sopra, Benjamin N. Dictor, un avvocato dei querelanti, ha chiesto a Trump se si aspettasse che le sue guardie aggredissero qualcuno intento a lanciare un pomodoro. “Sì, assolutamente” ha riposto l’ex Presidente. “Rischi di rimanere ucciso… È giusto impedire di lanciare ananas, pomodori, banane e cose del genere; è roba pericolosa”. E si rischia pure di rimanere offesi!
“È molto pericoloso” ha continuato Trump. “Ricordo quell’evento specifico, perché tutti erano in allerta. Stavano per colpire, e avrebbero colpito duramente”. Per spezzare una lancia in suo favore, è comprensibile che un uomo di 70 anni sia spaventato dall’idea di essere colpito da ananas volanti. Ma al punto di ordinare alle proprie guardie (incoraggiando allo stesso tempo i membri del gruppo) a “prendere a botte” i manifestanti che avrebbero cercato di lanciargli un pomodoro ci sembra un po’ esagerato.