Non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti sono aumentate le richieste di aiuti al Banco Alimentare. I Banchi Alimentari di tutto il paese stanno facendo i salti mortali per soddisfare le richieste di aiuto e cibo: molte persone, infatti, hanno perso il lavoro a causa della pandemia da Coronavirus e non hanno più soldi per sfamare le famiglie.
Secondo un recente sondaggio del Census Bureau, un americano su otto ha riferito che a novembre, a volte o spesso, non aveva cibo da mettere in tavola. I dati dell’Household Pulse Survey, invece, parlano di circa 26 milioni di adulti (cioè il 12% di tutti gli adulti degli USA) che hanno riferito una carenza di cibo per la loro famiglia nel corso dell’ultima settimana.
L’insicurezza alimentare è raddoppiata rispetto allo scorso anno, raggiungendo il livello più alto dal 1998, anno in cui sono stati raccolti per la prima volta i dati sulla capacità delle famiglie statunitensi di ottenere cibo a sufficienza. Questa insicurezza alimentare è diventata ormai un problema nazionale diffuso che non risparmia neanche le regioni più ricche.
Un esempio? In Virginia, stato che prima della pandemia aveva uno dei tassi di fame più bassi del paese, l’associazione Loudoun Hunger Relief ha dovuto nutrire fra le 750 e le 1.100 famiglia a settimana, con un aumento medio del +225% rispetto alla media settimanale pre-pandemia. E molte delle persone che avevano necessitato di tali aiuti, erano gente che prima della pandemia non aveva alcun bisogno di accedere a tali risorse.
Prima del Coronavirus, ai Banchi Alimentari e alle associazioni del genere, si presentavano a chiedere cibo anziani di disoccupati. Adesso, invece, si sono aggiunti anche numerosi lavoratori che hanno perso lo stipendio a causa del Coronavirus. E il problema è destinato a peggiorare: il pacchetto di indennità e incentivi varato a fine marzo dal Congresso per aiutare i lavoratori in difficoltà sta per esaurirsi e se non verrà varato un nuovo pacchetto, saranno circa 12 milioni i lavoratori che vedranno cessare gli aiuti a partire dal 1 gennaio.
[Crediti | BBC]