La guerra fra Israele e Hamas sta avendo un effetto “domino” sulle grandi aziende. A volte anche quando, apparentemente, non ci sono collegamenti evidenti. Così succede che girino voci sul fatto che Starbucks decida di abbandonare il Marocco, ma l’azienda smentisce. “Queste notizie sono inesatte, Starbucks continua a gestire negozi in Marocco”, afferma l’azienda in uno statement ufficiale.
Perché Starbucks dovrebbe abbandonare il Marocco?
Ma perché circolerebbero voci sulla chiusura delle attività di Starbucks in Marocco? Sembrerebbe che la filiale marocchina del colosso, Alshaya Marocco (è la filiale che ha i diritti del franchising in Marocco sia di Starbucks che di H&M), sia alle prese con una sorta di boicottaggio commerciale avviato proprio dai Marocchini.
Subito dopo lo scoppio della guerra fra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, i Marocchini avrebbero voluto dimostrare che gli statunitensi non sono gli unici a saper boicottare le grandi aziende (Bud Light docet). Infatti, appena è scattata l’offensiva militare israeliana, ecco che diversi paesi arabi hanno messo in campo una notevole campagna di boicottaggio di vari marchi occidentali.
C’è da dire che il Marocco non è stato il primo e non sarà neanche l’ultimo paese a farlo. Infatti è in buona compagnia insieme all’Egitto, alla Giordania e al Kuwait.
Man mano che la guerra andava avanti, colossi del calibro di McDonald’s, KFC e Starbucks hanno registrato un notevole calo della clientela in questi paesi. La campagna di boicottaggio, fatta soprattutto di appelli sui social, ha incluso decine di aziende e prodotti, costringendo i consumatori a optare per alternative locali.
Dunque, se anche non fosse vero che Starbucks sia intenzionato a lasciare il Marocco, è indubbio che un problema esiste, con un calo delle vendite dei grandi marchi americani e una generica disaffezione dei clienti in questo e altri paesi di lingua araba.