Si preannunciano tempi movimentati per Starbucks: con la stagione festiva alle porte e il cosiddetto Red Cup Day dietro l’angolo, senza ombra di dubbio il colosso del caffè a stelle e strisce si prepara a un aumento degli incassi; ma pare che uno degli eventi più attesi del calendario aziendale sia destinato a rimanere macchiato dalla disobbedienza di innumerevoli dipendenti. Più di 100 sedi sindacalizzate hanno infatti annunciato uno sciopero per la giornata di oggi, giovedì 17 novembre, in cui per l’appunto si dovrebbe tenere il Red Cup Day – un evento in cui vengono distribuite tazze rosse riutilizzabili e collezionabili decorate con il logo dell’azienda.
Starbucks vs Sindacati: la lotta continua
Stando a quanto lasciato trapelare le località che hanno aderito allo sciopero sono ben 113, con i dipendenti coinvolti che distribuiranno una versione della sopracitata tazza rossa che mostra l’inconfondibile mano del Grinch reggere una decorazione natalizia con il logo del sindacato. La provocazione, in altre parole, è decisamente eloquente; e si tratta di fatto della più grande azione collettiva mai intrapresa fino a ore da Starbucks Workers United.
Naturalmente l’obiettivo della manifestazione è quello di richiamare l’attenzione mediatica (e a giudicare dal fatto che ne stiamo parlando si potrebbe dire che il traguardo è stato raggiunto) sulla ormai iconica diatriba del colosso del caffè con le pulsioni sindacali – uno scontro che ha raggiunto proporzioni così tragicomiche da ispirare perfino un gioco da tavolo – oltre all’apparente rifiuto da parte dell’azienda di negoziare contratti di lavoro più equi. Un’accusa, quest’ultima, che ovviamente Starbucks ha prontamente respinto.
D’altro canto, nonostante gli evidenti sforzi dei piani alti del colosso del caffè, è innegabile che la spinta sindacale abbia ampiamente attecchito, con sempre più punti vendita e dipendenti che scelgono di schierarsi sotto il vessillo di Workers United: stando ai dati più recenti, negli ultimi 12 mesi ben 260 sedi hanno deciso di unirsi al movimento; con i rappresentati del sindacato che si aspettano una nuova spinta determinata proprio dalla protesta nel Red Cup Day.
Recentemente Starbucks è rimasta anche coinvolta in una discussione per quanto riguarda la legge sul salario minimo introdotta qualche mese fa in California: in questo caso l’obiettivo dell’azienda, seguita anche da altre firme del calibro di McDonald’s, è quello di abrogare la sopracitata legge in modo tale da tutelare le proprie finanze. La mossa, com’è naturale che sia, ha tuttavia determinato una nuova ondata di proteste da parte dei dipendenti dei fast food, che pretendono condizioni lavorative (e salariali) più dignitose.