Voi direte: cosa c’entrano Gesù, il Natale e Starbucks? In generale nulla, ma la catena di caffetterie più famosa del mondo, che nel 2016 arriverà in Italia, riesce ad attirare polemiche anche quando non vorrebbe.
Notizia di queste ore: Starbucks ha scelto la tazza di cartone dove servirà caffè, latte, latte vanigliato o al cocco e frappuccini a Natale, un mug rosso essenziale e disadorno con al centro solo il logo dell’azienda.
E se in casi come questi, di solito, un chissenefrega non si nega a nessuno, la comunità cristiana evangelica nella persona di Joshua Feuerstein, un fervente credente dell’Arizona, ha avuto molto da ridire.
Secondo lui:
“Starbucks ha tolto il Natale dalle sue tazze, perché odia Gesù”.
Ora, sul fatto che l’ultimo dei problemi di Gesù sia il design minimalista scelto quest’anno da Starbucks non esistono dubbi, certo però che la versione natalizia delle tazze, dal 1997 a oggi, rappresenta una tradizione. Da 18 anni la presenza di renne, fiocchi e pupazzi di neve, palline dell’albero o babbi natale scandisce le festività di molte famiglie americane clienti di Starbucks, possibile dunque che la rimozione degli eterni simboli in favore di un design più stilizzato provochi qualche polemica.
Ma da qui a definirla una «guerra contro i cristiani» come ha fatto Feuerstein intervistato dal Washington Post, ce ne passa.
In un video pubblicato sul suo profilo Facebook, e diventato virale in poche ore, il cristiano evangelico dell’Arizona invita i clienti di Starbucks a dire Merry Christmas invece del proprio nome al momento dell’ordinazione, affinché i dipendenti della compagnia siano costretti a ripeterlo ad alta voce e a scriverlo sulla tazza.
Anche su Twitter è montata la polemica, sotto l’hashtag #MerryChristmasStarbucks hanno trovato terreno fertile sia i detrattori del colosso americano che alcuni gruppi religiosi. Malgrado più di qualcuno abbia tentato di difendere la scelta grafico-minimalista sostenendo che le decorazioni natalizie potrebbero offendere religioni e culture diverse da quella cristiana. O indirizzando sfottò all’indirizzo della comunità religiosa:
“Se una tazza di caffè definisce il tuo Natale, sei tu ad aver bisogno di Gesù”.
Zen anche nelle reazioni oltre che per le scelte di design, Starbucks ha replicato di volere una tazza per celebrare la semplicità e il silenzio (oddio, con il silenzio pare proprio che l’obiettivo sia fallito).
Nel frattempo a cavalcare l’onda della polemica ci si è messo un altro colosso americano della colazione come Dunkin Dunuts, che si è affrettato a proporre le sue tazze dall’aspetto decisamente più natalizio e tradizionale, raccogliendo immediata approvazione sui social media.
Non è la prima volta che il Natale passa attraverso simboli che con la tradizione religiosa hanno poco a che fare, ma guai a toccare la colazione di milioni di americani.
Chissà se Starbucks farà marcia indietro, o magari, più che decorare le tazze con Babbo Natale, potrebbe optare per il grinch.