Starbucks ha annunciato che chiuderà 16 locali negli USA a causa di “problemi di sicurezza”. Secondo un portavoce, dopo un’attenta analisi, hanno deciso di chiudere alcuni negozi in luoghi che hanno registrato un elevato numero di incidenti, tali da rendere pericoloso continuare a operare ì.
Più precisamente i locali che chiuderanno i battenti si trova a:
- Seattle
- Los Angeles
- Philadephia
- Washington DC
- Portland
- Oregon
Questi sedici locali tireranno giù le serrante entro fine luglio. Dal lato azienda, i dirigenti spiegano che i dipendenti sono alle prese con problemi quotidiani di sicurezza personale, razzismo, mancato accesso all’assistenza sanitaria, crescente aumento dei disordini mentali, aumento dell’uso di droghe e altro. E talvolta capita che questi problemi interessino anche i loro locali.
Per far fronte a tali problemi, l’azienda offre dei servizi di formazione, benefit per le cure della salute mentale, accesso alle cure pro aborto, ma quando non si riesce a creare un ambiente sicuro nel negozio, ecco che Starbucks lo chiuderà definitivamente, trasferendo i dipendenti negli altri locali di zona.
Eppure non ci si può fare a meno di chiedere se, dietro queste motivazioni di facciata, in realtà Starbucks non stia mettendo in atto l’ennesima strategia contro i locali e i dipendenti che decidono di aderire ai sindacati. Recentemente uno degli store di New York aveva chiuso i battenti e i dipendenti sostenevano che si trattasse dell’ennesima rappresaglia contro i sindacati. È cosa arcinota, infatti, che Starbucks non voglia che i suoi dipendenti si uniscano a un sindacato, non garantendo a coloro che aderiranno benefit e vantaggi.