Starbucks riesce a litigare con i sindacati praticamente per qualsiasi motivo. Questa volta la causa scatenante è stato un tweet pubblicato dai sindacati e inerente la guerra fra Israele e Hamas. Starbucks ha subito preso le distanze da quanto twittato dal suo sindacato in merito alla guerra in Palestina.
In realtà anche altre grandi aziende del settore sono alle prese con problematiche simili. In Medio Oriente, per esempio, i vari franchising di McDonald’s si stanno schierando da questa o quell’altra parte, con la sede madre di Chicago che per ora non si sbilancia e non commenta la questione. Mentre altri McDonald’s, come McDonald’s Pakistan, si sono affrettati a dichiarsi neutrali nella questione.
Starbucks, i sindacati e la guerra fra Israele e Hamas
Non precipitatevi a cercare il tweet incriminato perché quando Starbucks ha protestato, ecco che l’account dei sindacati si è affrettato a cancellare il tweet. Anche se qualcuno aveva già notato il tweet viste le richieste di boicottaggio partite sui social nei confronti di Starbucks.
Mary Kay Henry, presidente della SEIU, in un post a parte su X ha poi scritto che “la violenza in Israele e Palestina è inconcepibile. @SEIU è al fianco di tutti coloro che soffrono, condannando fermamente l’antisemitismo, l’islamofobia e l’odio in tutte le sue forme. Prego per una soluzione rapida e per un futuro in cui tutti nella regione possano essere felici, sicuri e vivere con dignità”. Vale la pena precisare che Workers United, che comprende anche i sindacati di Starbucks, è un affiliato del SEIU.
Ovviamente Starbucks non ha gradito l’ingerenza dei suoi sindacati nella guerra in Palestina e ha preso nettamente le distanze. Tramite un post ha dichiarato che “Condanniamo inequivocabilmente questi atti di terrorismo, odio e violenza e non siamo d’accordo con le dichiarazioni e le opinioni espresse da Workers United e dai suoi membri. Le parole e le azioni di Workers United appartengono a loro e solamente a loro”.
Starbucks ha anche inviato separatamente una nota ai suoi dipendenti, esplicitando la posizione adottata dalla casa madre nei confronti del conflitto. Sara Kelly, vicepresidente esecutivo e chief partner officer di Starbucks (solitamente Starbucks si riferisce ai dipendenti con il termine di partner) ha scritto che “Come gruppo dirigente, vogliamo esprimere ancora una volta la nostra più profonda soldiarietà a coloro che sono stati uccisi, feriti, sfollati e colpiti a seguito degli atroci atti di terrorismo, dell’escalation di violenza e di odio contro gli innocenti in Israele e a Gaza questa settimana. Starbucks condanna inequivocabilmente gli atti di odio, terrorismo e violenza”.
Nella nota viene poi specificato che i dipendenti avranno accesso a tutte le risorse necessarie per il loro benessere psicologico e che inoltre Starbucks effettuerà delle donazioni agli opportuni enti di beneficenza.
Finora Starbucks aveva aspramente osteggiato il sindacato, ma solamente per questioni collegate direttamente all’azienda. Questa è forse la prima volta in cui i due sono in contrasto a causa di un evento di impatto mondiale come la guerra in Palestina.